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Coro di «no» dalla platea dei Vip

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20 marzo 2008

Tutti presenti, nessuno fuori regola. Dal presidente di Italcementi, Giampiero Pesenti, al presidente dei petrolieri italiani, Pasquale De Vita, su quotidiani, agenzie di informazione e siti internet l'elenco degli imprenditori, dei politici e dei professionisti iscritti nella lista dei titolari di conti e depositi in Liechtenstein si allunga di giorno in giorno. In molti casi, tuttavia, senza trovare conferme se non riscontrando, al contrario, categoriche smentite da parte degli interessati.
Oltre a Milva (si veda l'articolo qui a fianco) è il caso, per esempio, di Pesenti. Secondo alcune agenzie di stampa di ieri, nella lista di Vaduz ci sarebbe anche un conto da 33 milioni di euro intestato al presidente del gruppo Italcementi. L'imprenditore avrebbe ereditato la somma di denaro dalla madre a cui era intestato inizialmente il deposito. Secca e immediata la replica: «L'ingegner Giampiero Pesenti – hanno dichiarato fonti a lui vicine – smentisce categoricamente di avere un deposito bancario intestato in Liechtenstein».
Ma le smentite piovono da più parti. Sempre ieri Alberto Aleotti (farmaceutica Menarini), che risulterebbe intestatario di un conto da 476 milioni di euro, ha detto: «Tutte le disponibilità personali e della famiglia, in Italia e all'estero, sono integralmente assoggettate a tassazione, come le autorità competenti potranno agevolmente verificare».
Più o meno sullo stesso tono il commento del presidente del l'Unione petrolifera, Pasquale De Vita, che secondo indiscrezioni sarebbe presente nella lista con un conto da un milione di euro. «Non è, né è mai stata mia abitudine evadere il Fisco», ha detto. «Ogni riferimento a una mia presunta evasione fiscale – si è limitato ad aggiungere – è destituita di ogni fondamento».
«Mai avuto conti in Liechtenstein», sostengono invece altri. Come Antonia Zanussi, a nome degli eredi di Lino Zanussi, e il presidente dell'Hellas Verona calcio, Pietro Arvedi D'Emilei. La prima azzarda anche l'ipotesi di un caso di omonimia, il secondo ammette che «il nome che appare è il mio, ma conti in Liechtenstein io non ne ho».
Ancora nessuna reazione, invece, da un imprenditore di Bolzano, Anton Pchiler, che secondo altre indiscrezioni giornalistiche avrebbe un conto da 35 milioni. Mentre il Fisco è al lavoro per controllare, tra gli altri, in quali casi il soggetto intestatario è solo un prestanome o se l'interessato ha fatto lo scudo fiscale o pagato regolarmente le imposte. (M. Pe.)

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