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Bari, vendevano esami all'università: sei arresti

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03 aprile 2008

Tariffe da 700 a 3.000 euro: almeno 57 i casi accertati con il coinvolgimento degli studenti. Il ministro Mussi: «Ai magistrati tutto il mio sostegno»


Ennesima operazione di carabinieri e guardia di finanza a Bari contro il fenomeno della compravendita di esami universitari. Sei persone sono agli arresti domiciliari su ordine del procuratore della Repubblica di Bari Emilio Marzano. Esami di matematica sarebbero stati venduti agli studenti con tariffe da 700 a 3.000 euro. Almeno 57 i casi accertati con il coinvolgimento degli studenti.

Una vera e propria associazione a delinquere finalizzata alla concussione, alla corruzione, all'abuso in atti d'ufficio è stata dunque individuata dalla Procura di Bari all'interno della facoltà di Economia con attività di compravendita di esami e tesi di laurea. Due docenti di matematica e quattro funzionari sono agli arresti domiciliari con pesanti accuse: avrebbero operato attraverso l'organizzazione di lezioni private a pagamento che si svolgevano in un istituto privato barese presieduto dall'assistente di un titolare di cattedra di cui non è ancora stato rivelato il nome. Dopodiché gli allievi avevano l'assicurazione di poter passare agli esami di matematica, ma, pare, anche di altre discipline. Stesso lavoro veniva svolto per le sedute di laurea con alcune tesi che venivano prelevate dagli archivi della facoltà di Economia, fotocopiate e cedute agli studenti. Sarebbero già stati accertati almeno 57 casi con il coinvolgimento di studenti, molti dei quali stranieri. E' stato inoltre accertato che alcuni esami scritti a test venivano compilati esternamente alla facoltà, nel giorno stabilito, e poi consegnati agli studenti coinvolti, sempre in cambio di somme di danaro. Tali pagamenti avvenivano in un bar esterno alla facoltà, nel quartiere Poggiofranco di Bari, oppure in un corridoio al sesto piano della stessa facoltà. Una conferenza stampa convocata dalla Procura della Repubblica di Bari è stata annullata.

«Apprezzamento alla Magistratura e alle forze dell'ordine di Bari, che hanno permesso, con la chiusura delle indagini, di colpire una struttura di compravendita degli esami nell'Ateneo», è stato il primo commento del ministro dell'Università e della Ricerca, Fabio Mussi: «Le forze dell'ordine e la magistratura possono contare sul sostegno di un Ministro e di quei rettori, come quello di Bari, Corrado Petrocelli, che non da oggi - ha ricordato Mussi - hanno posto la questione morale, la trasparenza, la legalità come questione centrale per il governo del sistema universitario. Fu proprio sulla vicenda della compravendita di esami avvenuta a Bari negli anni passati, che nel luglio 2006, dopo 2 mesi dal mio insediamento, decisi di costituire il Ministero come parte civile contro i casi di "malauniversità" e di corruzione. Una scelta che rinnovo - ha assicurato il ministro - con ancora maggiore determinazione. Le università italiane continuano a essere liberate da corrotti e corruttori».

Ancora una volta, dunque, l'università di Bari è al centro dell'attenzione dopo i casi clamorosi accertati l'anno scorso quando l'inchiesta rivelò che i test di ingresso per l'ammissione alle facoltà di Medicina e Odontoiatria venivano ceduti in anticipo da alcuni funzionari, esterni all'università di Bari, corrotti. L'inchiesta suscitò grande clamore e portò a un primo blocco dei test che furono poi confermati con l'esclusione degli studenti che avevano ottenuto i testi in anticipo.

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