ILSOLE24ORE.COM > Notizie Italia ARCHIVIO

Fassino: «Una marcia dei 40mila? Ora un sussulto sindacale»

di Alberto Orioli

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
4 Aprile 2008

«Cosa farei se fossi io al Governo? Alzerei il telefono, chiemerei Spinetta e gli direi di tornare a Roma. Poi chiamerei i dirigenti sindacali per spiegare, ancora una volta, che la soluzione Air France è la meno onerosa di qualsiasi altro scenario». Piero Fassino è l'ambasciatore del Partito democratico al Nord, sa bene quanto sia cruciale e simbolica la partita Alitalia.

Il cerino della debacle è rimasto in mano ai sindacati. È evidentissima la loro reponsabilità. Può il nuovo Pd prenderne atto?
Certamente ci sono delle responsabilità di alcuni sindacati, ma non solo e non da oggi. In tutti questi anni non hanno mai voluto accettare una ristrutturazione seria. Analoghe responsabilità hanno avuto gli amministratori e la politica: tutti hanno rinunciato a fare il proprio mestiere. Ho sempre pensato che avremmo dovuto firmare l'accordo nel '98 con Air France, quando i rapporti di forza erano più equilibrati. Poi si è raggiunta un'intesa infelice con Klm su cui non c'è mai stata una seria riflessione. E, infine, il grande errore strategico di legare indissolubilmente la Compagnia a Malpensa quando bisognava tenere distinti i due destini. Lo sbaglio maggiore comunque è stato fatto da chi, da anni, avrebbe dovuto ristrutturare l'Alitalia anche a costo di uno scontro con il sindacato. Anche se erano in gioco la struttura e gli organici. È stata scelta, invece, l'unica soluzione insana: tagliare le rotte, quindi ridurre il mercato e diminuire le risorse accumulabili. Il medico pietoso ti porta alla tomba.

Il sindacato si è fatto condizionare dagli annunci di Berlusconi sulla cordata italiana e sul no ad Air France?

Mi auguro di no e non credo. Certamente il comportamento di Berlusconi non ha facilitato le cose: evocando una cordata italiana, che in realtà non è mai esistita, e manifestando una ostilità ad Air France ha assunto i connotati di una vera turbativa di un negoziato in corso.

Avrebbero fatto meglio a sospendere il titolo?

Anche questo credo sia stato un aspetto almeno curioso perchè tutti sappiamo che le oscillazioni che ha avuto il tiolo avevavo ragioni puramente speculative. Con un negoziato in corso forse sarebbe stato saggio sospenderlo.

Ora c'è la prospettiva del commissario...

O si portano i libri in tribunale; o ci si inventa una cordata italiana che potrebbe anche rilevare la Compagnia, ma non saprebbe rilanciarla e si ripeterebbe l'esperienza Swissair; o viene un'altra grande compagnia che si sentirebbe in diritto di offrire molto meno di quanto aveva proposto Air France. Oppure, sì, la prospettiva è il commissariamento. Che, come primo atto, ridurrebbe l'organico del 50%: un bel risultato per chi ha rifiutato il piano Spinetta che prevede invece tagli del 20 per cento!

Non crede il sindacato rischi una sorta di "marcia dei 40mila" Alitalia?

Non lo so e non mi auguro certamente lacerazioni tra i lavoratori, ma certamente dai vertici sindacali mi aspetto un sussulto di responsabilità. Bisogna liberarsi della convinzione che ci sia sempre tempo per trovare un escamotage e non fare i conti con la realtà. Esistono delle strettoie ineludibili, ci sono dei momenti in cui le responsabilità vanno esercitate e assunte, altrimenti si producono danni ancora più gravi.

Comunque per l'intesa con Air France il tempo stringe...
È evidente. Non c'è più tempo per aspettare, per sperare. Quello con Air France è l'accordo migliore: salva la compagnia, mantiene l'operatività all'80%, garantisce lo sviluppo futuro. Bisogna tornare indietro, a mercoledì sera, superando questa fase di pericolosa drammatizzazione. In certe scelte, come in politica, il tempo è tutto.

Malpensa comunque avrà un suo destino separato.

Certamente sì. Ora bisogna fare un piano serio per il rilancio di questa grande infrastruttura strategica che tenga conto delle caratteristiche del mercato aereo. La prima delle quali è l'elasticità e la flessibilità con un sistema di viaggi da punto a punto. Da Torino a Trieste, in un'area di 600 chilometri, ci sono 9 aeroporti – alcuni con scali internazionali e anche intercontinentali – e altri 4-5 scali vorrebbero diventarlo. È evidente che debba essere così: Venezia è la quinta città del mondo per presenza di turisti; Verona è al centro del sistema produttivo del Nord Est che ha un'intensità di imprese come la Renania Westfalia. Servirà un masterplan delle rotte e del traffico fatto dalle regioni e dalle autorità aerportuali che definisca come si distribuiscono le rotte internazionali e intercontinentali in ragione che tutti gli scali abbiano una vocazione e un mercato, riconoscendo a Malpensa una funzione centrale nei voli intercentinentali. Del resto il traffico è in grande crescita, l'Italia vivrà l'impatto positivo dell'Expo 2015, presto funzioneranno le liberalizzazioni delle rotte. È chiaro che però servono le infrastrutture di collegamento per Malpensa, da quelle viarie a quelle ferroviarie. E poi occorrono alberghi e servizi nel perimetro aerportuale.

Qual è la questione settentrionale?

Si traduce in 5 punti: restituire centralità e valore al lavoro, dipendente o autonomo. Le infrastrutture: c'è una domanda che non è soddisfatta per stade, ferrovie e porti. Poi serve una pubblica amministrazione efficiente. Chi sta al Nord sta nel mondo (dalla sola Lombardia viene un terzo dell'export italiano), è in grado di comparare i servizi pubblici nostri e quelli di altri Paesi. La sicurezza fa il resto. Nella zona più ricca del Paese il tema è più sentito e spesso viene collegato all'immigrazione che qui ha i flussi più alti. Sono temi che la politica deve affrontare.

Il Pdl dice che non avete il know how...

Che il Nord sia per noi una terra straniera è una caricatura. Governiamo sei regioni su otto, metà delle province. Non solo Torino, Genova, Venezia, ma anche città come Brescia, Bergamo, Udine, Padova, Trento; la provincia di Milano, di Trieste e di Belluno. Un sindaco come Corsini a Brescia ha bene interpretato il territorio, così come Bruni a Bergamo. E sono territori difficili. Il sindaco più votato è Chiamparino, un uomo che viene da una storia come la mia.

Che cos'è il Nord?

Se con l'espressione Nord si vuole evidenziare una nazione, come fa la Lega, è solo un'affermazione ridicola. Se però indichiamo un'area in cui, nel corso del tempo, si è sedimentata una omogenietà demografica, produttiva, sociale e di valori allora diciamo una cosa vera.

RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio
L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.


 
   
 
 
 

-UltimiSezione-

-
-
8 maggio 2010
8 maggio 2010
08 Maggio 2010
8 maggio 2010
8 maggio 2010
 
Prendeva la pensione della madre morta. Arrestato
L'Indagine del Cnr nei mari italiani
IL PUNTO / Il dopo Scajola e gli interrogativi sul governo
Addio a Giulietta Simionato
VIDEO / Le dimissioni di Scajola (da C6.tv)
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-