Le caserme vuote, o dismesse, potranno ospitare i nuovi Cpt. I prefetti, per esigenze di pubblica sicurezza, potranno chiedere ai ministri dell'Interno e della Difesa l'invio dell'Esercito. Il reato di immigrazione clandestina si configura legato alla «pericolosità presunta» dell'immigrato, in base a «elementi oggettivi», con la previsione dell'arresto da sei mesi a 4 anni.
Sono le ultime novità di un pacchetto-sicurezza che tenta di essere definito entro la scadenza di mercoledì prossimo, primo Consiglio dei ministri del Governo Berlusconi, a Napoli. È una corsa contro il tempo. Nel decreto legge potrebbe finire il reato di immigrazione, come spinge il ministro dell'Interno Roberto Maroni; l'estensione dei casi in cui, in flagranza di reato, si procede per direttissima; la riduzione dei benefici della legge Gozzini sulle pene carcerarie.
Nel disegno di legge, invece, dovrebbe confluire la revisione delle pene per una serie di reati di alta pericolosità sociale. Il Viminale però deve definire anche l'intervento, rivelatosi molto complicato, per intensificare le espulsioni di cittadini Ue considerati a rischio sicurezza.
Non a caso, il premier romeno Calin Popescu Tariceanu, ha fatto sapere: ««Il ministro degli esteri italiano (Franco Frattini, n.d.r.) mi ha informato che il pacchetto di misure sull'immigrazione che le autorità italiane stanno preparando è destinato ai cittadini extracomunitari. Non sono previste – ha sottolineato – misure che ledano i cittadini comunitari e le normative europee saranno rispettate».
Altrettanto complicato è il passaggio ipotizzato sulla sospensione del trattato di Schengen, invocata ieri di nuovo da Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione. Così come la stretta sui ricongiungimenti – che dovrebbe riguardare, nella norma finale, solo figli e genitori – difficilmente sarà fatta, come si era ipotizzato, con il test del Dna.
Le proposte al vaglio dei ministero della Difesa, invece, considerano la possibilità dell'invio delle Forze Armate per esigenze di sicurezza, in analogia all'operazione Domino scattata nel precedente governo Berlusconi per sorvegliare gli obiettivi sensibili in Italia contro i rischi di terrorismo islamico. I soldati hanno la qualifica di agenti di polizia ma devono rivolgersi a un collega delle forze dell'ordine se scatta un'esigenza di polizia giudiziaria, come un fermo o un arresto. Le caserme vuote o dismesse per i centri di permanenza temporanea, invece, sono un passaggio in linea con l'obiettivo «un Cpt in ogni regione» sul quale Roberto Maroni punta convinto.
Slitta invece la nomina del commissario straordinario a Milano per l'emergenza rom: la procedura in base alla legge del '92 sulla protezione civile, infatti, prevede che il ministro dell'Interno debba fare richiesta al Consiglio dei ministri della dichiarazione dello stato di emergenza (richiesta che infatti Amato aveva fatto) e, in conseguenza, la nomina di un commissario. La palla va quindi a Palazzo Chigi.
C'è poi un problema di fondi: servono infatti 8 milioni per far partire la nuova struttura. Se ne dovrebbe parlare, a questo punto, sempre al prossimo consiglio dei ministri. Anche il sindaco della capitale, Gianni Alemanno, chiede un commissario, mentre è esclusa l'ipotesi di una figura nazionale per l'emergenza nomadi, che pure invoca il sindaco di Torino Chiamparino.
Ieri, poi, non si sono placate le tensioni sui campi rom a Napoli. Ci sono ancora roghi negli insediamenti di Ponticelli, anche se molti nomadi stanno lasciando la città diretti ai comuni dell'area vesuviana.