Pasqualino Rossi, rappresentante dell'Aifa (l'Agenzia italiana del farmaco) presso l'Agenzia europea del farmaco (Emea), è stato interrogato per quasi cinque ore alla Procura di Roma dal gip di Torino Sandra Recchione. Indagato per corruzione nell'ambito dell'inchiesta sui rapporti fra rappresentanti di case farmaceutiche e l'Aifa avviata dalla Procura di Torino, Rossi ha confermato gli episodi a lui contestati. Il funzionario ha tuttavia tenuto a precisare di «non avere mai fatto nulla contro la salute dei cittadini né contro la Pubblica amministrazione».
Assistito dall'avvocato Alessandro Benedetti, Rossi ha ammesso di avere ricevuto in regalo da rappresentanti di aziende farmaceutiche, in cambio di informazioni, viaggi, mobili e finestre per la sua nuova casa, per un valore stimato dal suo legale in circa 20mila euro. Rossi ha tuttavia tenuto a precisare di non avere mai avuto poteri decisionali in seno all'Emea, la commissione europea che valuta la possibile nocività dei farmaci. L'avvocato Benedetti ha chiesto per il suo assistito istanza di scarcerazione o, in subordine, gli arresti domiciliari.
Rossi è uno dei sette arrestati (tre in carcere e quattro ai domiciliari), tutti accusati di corruzione, nell'ambito dell'inchiesta partita dalla Procura di Torino e ora affidata anche, per competenza territoriale (15 faldoni riguardanti 23 dei trenta indagati) ai magistrati romani. L'inchiesta riguarda le procedure (irregolari secondo gli inquirenti) con cui l'Aifa classifica e cataloga i medicinali da immettere sul mercato.