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«Ici, i Comuni rischiano»

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11 Giugno 2008

Il dispositivo del decreto fiscale che ha abolito l'Ici sulla prima casa non garantisce che la compensazione ai Comuni sia tempestiva. In sostanza, il mancato gettito di giugno potrebbe creare problemi di liquidità. Il decreto – ha sostenuto il relatore al decreto fiscale, Maurizio Fugatti (Lega Nord) – rinvia per questo a un successivo provvedimento amministrativo, ma «data la mancanza di un termine andrebbe verificato se la misura possa cagionare effetti finanziari negativi, in termini di cassa, in relazione al mancato incasso del 16 giugno».
La proposta del relatore è di corrispondere ai Comuni un trasferimento in acconto di una quota percentuale dell'Ici. Quanto al blocco degli aumenti delle addizionali per Regioni ed enti locali, «occorrerebbe introdurre un meccanismo alternativo, tale da non gravare sui cittadini, che sia al contempo in grado di sanzionare quegli enti che non hanno rispettato il Patto di stabilità interno». Infine sulla rinegoziazione dei mutui, Fugatti nutre dei dubbi sulla necessità di ricorrere allo strumento del decreto, considerato che la convenzione tra ministero dell'Economia e Abi «poteva essere stipulata anche senza una norma ad hoc». Sulla detassazione degli straordinari, il relatore sottolinea come l'inclusione nella base imponibile delle erogazioni liberali concesse in occasione di feste e ricorrenze riguardi tutti i lavoratori dipendenti, compresi i pubblici che però sono esclusi dal nuovo regime agevolato.
Più in generale le coperture individuate dal Governo sia per il taglio dell'Ici che per la detassazione degli straordinari neccessitano – a parere dell'altro relatore, Laura Ravetto (Pdl) – di una riflessione. È il caso dei 20 milioni tagliati al Fondo contro la violenza delle donne: operazione «non opportuna, considerati i numerosi casi di cronaca che rivelano una preoccupante crescita degli episodi di violenza, anche domestiche sulle donne». Sul piano del metodo, la copertura per gli sgravi fiscali viene reperita nel decreto attraverso «manovre interne al Bilancio che vanno nella direzione di una maggiore flessibilità nell'impiego dei fondi. Una riforma strutturale per la quale potrebbe non essere adatta la decretazione d'urgenza».
Critico sull'impianto del provvedimento l'ex ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi: «Le poste di bilancio per i trasporti vengono azzerate. In un mese è stato vanificato il lavoro di due anni. Il prezzo più alto dell'abolizione dell'Ici sarà pagato dal Mezzogiorno».

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