Francesco Paolo Pipitone, 75 anni da Alcamo, per tutti, alla Santa Rita, era "il notaio".
Socio unico e legale rappresentante della Casa di Cura milanese, Francesco Paolo Pipitone notaio lo è stato per davvero. Almeno fino al 1996, data del suo – per la verità precoce – pensionamento, con uscita dall'albo dei notai della provincia di Milano.

Dodici anni fa "il notaio", lasciata la professione, aveva investito nelle Case di Cura. Aveva rilevato la clinica di via Jommelli, una realtà ben posizionata al centro di Milano, negli ultimi anni cresciuta a dismisura anche se non c'erano abbastanza parcheggi per i dipendenti.
Gli abitanti di piazza Aspromonte si sono battuti con forza contro la costruzione di un mostro di otto piani con posti auto annessi che avrebbe contribuito a spazzare via il poco verde rimasto della piazza.

La Santa Rita era cresciuta in poco tempo in una zona così centrale ma altrettanto priva di servizi, tale da spingere la Asl Città di Milano a conferirle compiti di primo pronto intervento (pagando, s'intende) o di supporto in caso di violenze alle donne.
Alcuni reparti nuovi come la chirurgia toracica finita nel mirino della magistratura erano cresciuti del 49%, le prestazioni del pronto soccorso del 6,6 per cento.

A Pipitone hanno concesso, a causa dell'età, gli arresti domiciliari. Ma «il notaio» sono i suoi stessi collaboratori a dirlo era attivissimo in quella clinica.

«Pur non essendo medico si occupa di tutti i settori dell'attività della casa di cura, inclusi quelli medici», si legge nell'ordinanza dei magistrati milanesi che hanno coordinato le indagini del comando provinciale della Guardia di Finanza.

Dalle intercettazioni e dalla ricostruzione messa a punto dagli inquirenti emerge la presenza di Pipitone sulle singole unità operative. Le assunzioni, ad esempio, passano al suo vaglio. Secondo i magistrati milanesi, il grande gioco dei rimborsi gonfiati da prestazioni non solo inutili ma criminose erano da lui ispirate e dirette.

E per ammissione degli stessi collaboratori il notaio è anche destinatario della fetta più grossa dei rimborsi falsi previsti per gli interventi.

La casa di Cura Santa Rita, precisano i medici, vanta tristi primati, ad onta del sito che addirittura permette di calcolare i tempi di attesa delle analisi. Tra i pazienti deceduti nelle cliniche milanesi la Santa Rita si è aggiudicata la triste quota del 7%. Non c'erano tempi di attesa, dicono i magistrati. Si operava comunque. E il sito della Casa di Cura promette ancora oggi il calcolo online dei tempi per visite e ricoveri.