Stipendi non pagati da mesi e la spazzatura resta sulle strade: anche in Sicilia si va verso lo stato d'emergenza sui rifiuti. Una crisi provocata soprattutto dai problemi finanziari in cui si trovano i cosiddetti Ambiti territoriali ottimali dell'Isola. È così che l'emergenza a Messina sta rientrando solo in questi giorni, dopo che la raccolta dei cassonetti è ripresa lo scorso 29 maggio, alla fine di uno sciopero di 4 giorni indetto dai 530 lavoratori di Messinambiente per il mancato pagamento delle spettanze di aprile (pagate poi una settimana fa). Nella giornata di martedì sono state raccolte già 800mila tonnellate di rifiuti, e in questo momento ne restano solo 500mila.
Discorso simile a Modica, nel ragusano, dove solo in questi giorni si sta tornando alla normalità. In provincia di Enna, invece, la spazzatura si trova ancora nelle strade visto che i 600 dipendenti di Siciliambiente non ricevono gli stipendi da quattro mesi. A Palermo, la situazione appare complessa sia nel capoluogo che nella provincia. I dipendenti dell'Amia, ex municipalizzata del Comune di Palermo, hanno indetto per domani uno sciopero degli straordinari (è solo grazie agli straordinari che si riesce a raccogliere tutta l'immondizia, soprattutto nei giorni festivi). Al Coinres, il consorzio che raccoglie 22 comuni del palermitano, la vertenza partirà il prossimo lunedì sempre per il ritardo negli stipendi. Infine, potrebbe portare a uno sciopero il mancato pagamento degli stipendi di maggio per i 280 dipendenti dell'Alto Belice Ambiente (che insiste su 17 comuni sempre nella provincia di Palermo), una cifra che ammonta, secondo i dati forniti dalla Cisl, a circa 400mila euro.