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Enna in emergenza sanitaria

di Jacopo Giliberto

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5 Giugno 2008

Il rischio dell'emergenza sanitaria per i rifiuti siciliani è che Modica possa veder affiancata, nell'immagine all'estero, la spazzatura con la sua finissima cioccolata "barocca" che due volte la settimana vola verso l'Europa del Nord in un aereo-cargo refrigerato. Potrebbe ripetersi lo sciagurato tamtam internazionale che mesi fa aveva affiancato i rifiuti con la mozzarella della Campania, facendone precipitare le esportazioni. Di emergenza sanitaria per il pattume della Sicilia parla per esempio Lello Vasco, cardiologo all'ospedale Umberto I di Enna: «È necessaria una soluzione immediata. Dovrebbe intervenire l'esercito – dice – come in Campania». E nella zona di Nicosia (Enna) la magistratura, nel sequestrare una discarica, ha parlato anche in quel caso di emergenza sanitaria. I cumuli si spazzatura potrebbero allontanare investimenti importanti, ed è già accaduto che imprenditori esteri, arrivati nei giorni scorsi a Messina per esaminare nuove attività, siano fuggiti a gambe levate. Per questo motivo è cauto il sindaco di Enna, Rino Agnello. «La situazione – ammette il sindaco – è delicata. Ma per molti autisti di Siciliambiente scade ora il periodo di malattia e i camion ricominceranno a raccogliere il pattume». Il problema si chiama società d'ambito, cioè le 27 Spa costituite per gestire, ciascuna nel suo ambito territoriale ottimale, il servizio di nettezza urbana e di gestione dei rifiuti. Molte di queste Spa non hanno soldi. A secco. Liquidità zero.
A Enna la Siciliambiente alla scadenza del 31 marzo ha incassato un terzo di quanto fatturato ai 30 Comuni per il servizio, ed è altissima l'evasione della tassa rifiuti da parte dei cittadini morosi, i quali si sono moltiplicati per le bollette quadruplicate e molti di loro si sono rivolti al Tar. La passività della Siciliambiente è sui 60 milioni. La Provincia di Enna ha erogato ai Comuni 610mila euro come somma tampone ma – non dovrebbe essere ovvio – alcuni sindaci morosi incassano lietamente e non saldano il debito.
La conseguenza è che Siciliambiente non ha i soldi per pagare gli stipendi. La settantina di addetti al servizio rifiuti di Enna, senza salario, si sono messi in sciopero (come hanno fatto anche i 530 della Messinambiente). Sono stati precettati dalla Prefettura di Enna. I dipendenti hanno reagito con pacchi di certificati medici, molti dei quali scadono oggi. Ieri si sono presentati al lavoro, malvolentieri, una dozzina di loro, ma senza gli autisti con le patenti speciali per condurre i grandi camion la spazzatura ennese resta a terra. Il sindaco Agnello confida in una ripresa del servizio oggi dopo una settimana.
Uno dei tasselli centrali del mosaico dell'immondizia siciliana è il fatto che le società d'ambito sono Spa, cioè seguono (meglio: dovrebbero seguire, al condizionale) il codice civile e il diritto commerciale. Ma i politici eletti nei consigli d'amministrazione di queste Spa troppo spesso non smettono di fare i politici invece di fare impresa come vorrebbe una società di capitali. Queste Spa sono timidissime nel riscuotere i pagamenti dai sindaci morosi, i quali sono anche loro azionisti. Un caso per tutti. Nell'Agrigentino c'è una Spa d'ambito il cui l'amministratore delegato è un sindaco. In veste di sindaco, è moroso con la Spa che egli stesso guida come amministratore delegato. Questi ha nominato il suo personale revisore dei conti. Revisore che (c'è da dubitarne?) non userà con il suo sindaco-amministratore-patrono il metro della severità draconiana.
Tra i commenti di ieri vanno segnalati Franco Piro e Francesco Scoma. Piro, candidato alla Provincia di Palermo per il centrosinistra, è deluso per il piano rifiuti emanato sei anni fa da Cuffaro in regime di commissariamento straordinario: «È necessario intervenire subito, dando vita ad un nuovo piano dei rifiuti, la cui competenza spetta alle Province». Scoma invece è assessore regionale alla Famiglia e ieri ha detto che nei Comuni e nelle Province senza bilancio di previsione saranno inviati dei commissari ad acta, «soprattutto in quelle amministrazioni in cui si voterà, per evitare l'interruzione dei pagamenti di alcuni servizi essenziali, come la raccolta dei rifiuti».

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