E' polemica fra la Comissione europea e il Governo italiano sulla questione Rom.
Prendere le impronte alle persone, solo perché appartenenti ad una specifica etnia, è una misura che, se fosse approvata, sarebbe contraria al diritto dell'nione Europea. Così Pietro Petrucci, portavoce del Commissario europeo alla giustizia Jacques Barrot, ha risposto durante una conferenza stampa alle domande dei cronisti sulla proposta del ministro dell'Interno Roberto Maroni di prendere le impronte digitali ai Rom, minori compresi.
La replica di Maroni
«Non si tratta di schedare nessuno - ha risposto poche ore dopo il Ministro dell'Interno italiano -: noi vogliamo soltanto censire i residenti nei campi nomadi, e per evitare che la rilevazione dell'impronte sia considerata un'azione di polizia gli operatori saranno accompagnati da personale della Croce Rossa». E ha proseguito: «Si è fatta della polemica su di un fatto inesistente: noi abbiamo in mente un progetto molto chiaro, garantire a chi ha il diritto di stare nei campi condizioni di vita decorose, allontanando nel contempo chi invece non ne ha titolo». Parole dure, quelle del ministro:« Resto allibito quando qualcuno si richiama alla convenzione Onu sull'infanzia sentendo dire che prenderemo le impronte anche ai minori: l'invito ad andare a quei campi e a vedere come i bimbi siano costretti a vivere nell'immondizia e a convivere con i topi. Noi vogliamo porre fine a questa schifezza, e chi parla di legge razziali dimostra di non conoscere il problema e di voler accettare che oggi in Italia 20-30 minori siano costretti a vivere in condizioni inaccettabili». «Ci troviamo difronte ad un fenomeno epocale - ha concluso Maroni-: il nostro modesto compito - modesto per le forze che può avere a disposizione un Governo nazionale - è quello di cercare di evitare lo Tsunami, l'onda incontrollabile convogliando la piena che c'è e ci sarà comunque in argini capaci di evitare che essa vada a distruggere il tessuto sociale del Paese».
Le contestazioni della Ue
Erano state molto prudenti, le parole del portavoce Petrucci, nella mattinata del 27 giugno. «Le regole sono perfettamente chiare», aveva spiegato , sottolineando che «Una cosa del genere non é mai successa fino ad ora». E aveva anche precisato: «La Commissione non può commentare dichiarazioni rese da politici di Stati membri, ma solo leggi approvate dal Parlamento», anche perché l'organo «non ha ricevuto informazioni dirette o indirette dalle autorità italiane» sul tema.
Il portavoce ha però ricordato la grande importanza che Bruxelles atribuisce ai diritti umani e ai valori fondamentali e alla lotta contro la discriminazione.
Intanto l'europarlamentare radicale Marco Cappato, insieme alla collega Viktoria Mohacsi, deputata ungherese di etnia rom, ha proposto al gruppo liberaldemocratico all'eurocamera un dibattito urgente sulla questione. Se la richiesta sarà accettata dalla conferenza dei capigruppo la prossima settimana, se ne occuperà la sessione plenaria di Strasburgo del 7o del 10 luglio.
