A breve 230 beni confiscati alla criminalità in tutta Italia verranno assegnati alle scuole per l'avvio di progetti educativi e di formazione professionale.
Questo il primo risultato di un accordo sottoscritto oggi, sabato 26 luglio, a Palazzo Chigi dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, dal procuratore nazionale antimafia Piero Grasso e dal direttore dell'Agenzia del Demanio Elisabetta Spitz.
Per rendere operativa l'intesa, ha spiegato il ministro Gelmini, sarà adottato il protocollo nazionale dei beni confiscati proposto dal Commissario straordinario per la confisca dei beni della mafia Antonio Maruccia.
«L'accordo - ha aggiunto Gelmini - prevede anche l'istituzione di un tavolo tecnico di confronto tra il Ministero dell'Istruzione e Agenzia del Demanio per coordinare le attività per la realizzazione del progetto». Dei 230 immobili 120 sono abitazioni, 41 locali, 40 fabbricati e 29 capannoni. Il 90% dei beni si trova nel Sud d'Italia e di questi il 60% si trovano in Sicilia. Diventeranno scuole di formazione professionale, ha spiegato il procuratore Grasso, «i beni confiscati in Sicilia ai boss della mafia Salvatore Riina, Giuseppe Brusca, Angelo Siino, Gaetano e Giuseppe Sansone, le case di De Benedittis e Nicoletti della banda della Magliana, sequestrate nel Lazio e in Abruzzo, e le case confiscate a Castel Volturno a Francesco Rea».
La maggior parte dei beni confiscati, ha reso noto il ministro Gelmini, «verrà utilizzata da istituti professionali, soprattutto per quelli di indirizzo alberghiero, ma stiamo studiando anche una possibilità per le scuole medie inferiori. Naturalmente per fare ciò - ha concluso - chiederemo anche la collaborazione degli enti locali».