Fughe radioattive. In particolare fuoriuscita di acque contaminate da alcuni impianti nucleari nel sud della Francia. Non molto lontano dai confini italiani. Roberto Mezzanotte, responsabile scientifico del dipartimento nucleare dell'Apat, l'agenzia govenativa che si occupa della protezione dell'ambiente, segue le notizie dall'Italia. E innanzitutto vuole chiarire un concetto: «Non c'è alcun rischio di contaminazione per le nostre acque, tantomeno per la salute degli italiani».
Di che tipo di incidenti si è trattato?
Intanto diciamo che non si tratta di incidenti a centrali nucleari.
Di che impianti stiamo parlando?
Si occupano entrambi della fabbricazione di combustibile. L'uranio viene arricchito e il risultato di diverse operazioni sono le pastiglie che vengono spedite come barre di combustibile nelle centrali nucleari.
Qual è l'effettiva pericolosità di questi incidenti?
Siamo nella fase meno pericolosa del ciclo del combustibile. Quello che è stato rilasciato erroneamente nei corsi d'acqua è solo uranio. Se fosse accaduto nelle fasi successive sarebbe stato peggio. Quando inizia la reazione a catena nel reattore subentrano, oltre all'uranio, elementi più pericolosi. Anche negli impianti successivi.
Quali sono i rischi dell'uranio rilasciato nell'acqua?
In questo caso è facilmente controllabile, molto più che nell'aria. Il rischio arriva nel momento in cui quell'acqua viene bevuta, usata per l'irrigazione, oppure se viene mangiato del pesce contaminato. Le autorità francesi sono intervenute subito per sventare questa possibilità. I problemi sono comunque confinati all'immediata vicinanza. A pochi chilometri di distanza dall'impianto l'uranio non c'è più.
Le autorità hanno però preso delle misure decise, come la sospensione delle attività dell'impianto. E ha avviato ispezioni in tutte le centrali.
Certo, perchè anche un incidente di lieve entità comporta un piano d'emergenza, che non è una cosa da poco. Nel caso di Tricastinuna sono risultate delle palesi negligenze. Su Romans-sur-Isere ci sono ancora poche notizie.
Si tratta di incidenti comuni?
Negli impianti nucleari possono esserci dei malfunzionamenti. In giro per il mondo incidenti di lievi entità ci sono spesso: non dico tutti i giorni, ma quasi. Ci servono a capire che un settore produttivo di questa natura è soggetto a cei rischi. Ma non bisogna essere catastrofici. Certamente in questo periodo, in cui si è riacceso il dibattito anche in Italia sul nucleare, c'è più attenzione.
Qual è invece il rischio di incidenti gravi?
La probabilità è una su un milione. Lo dicono le statistiche ufficiali.