"Non adatto a governare l'Italia"?
Silvio Berlusconi aveva preso proprio male l'atto di accusa che The Econimist aveva messo in copertina il 26 aprile del 2001, a due settimane dalle elezioni politiche per le quali era il favorito e che poi vinse. E dalle minacce di querela era passato ai fatti e aveva avviato una causa legale contro The Economist, accusato di averlo diffamato.
A sette anni di distanza il Tribunale di Milano ha definitivamente rigettato quelle accuse e obbligato l'attuale Presidente del Consiglio ad assumersi tutti i costi legali sostenuti dall'Economist. Ne dà notizia lo stesso settimanale britannico, difeso dallo studio legale di Berardino Libonati .
"An Italian Story" era il titolo dell'articolo (leggi) e la copertina di quel numero riportava la foto del Cavaliere con a fianco la scritta: "Why Silvio Berlusconi is unfit to lead Italy".
Nel pezzo in questione venivano indicati procedimenti legali riguardanti Fininvest e in particolare indagini condotte tra il 1992 e il 1994, all'epoca di Mani Pulite. In quelle colonne l'allora leader dell'opposizione veniva accusato di riciclaggio di denaro sporco («money-laundering»), complicità con la mafia («association with the mafia»), evasione fiscale («tax evasion»), concorso in omicidio («complicity in murder») e corruzione («bribery») di politici, giudici e componenti della Guardia di Finanza.
L'articolo sottolineava come l'escalation politica di Silvio Berlusconi fosse partita proprio in quegli anni, e ripercorreva le linee difensive da lui adottate, a partire dall'attacco ai magistrati del pool Mani Pulite, accusati di essere guidati nelle loro azioni esclusivamente da ragioni politiche. Tracciava inoltre una distinzione netta tra l'immagine che l'attuale premier ha fornito di se stesso («un imprenditore che si è fatto da solo, che con la creazione di Mediaset ha posto fine al monopolio televisivo Rai», «la personificazione di una chiara rottura con il passato di corruzione») e i procedimenti legali riguardanti le società da lui fondate.
Le ostilità tra il settimanale britannico e Berlusconi non sono mai cessate: all'indomani delle politiche dello scorso aprile The Economist aveva messo di nuovo in copertina Silvio Berlusconi (vai all'articolo) ribadendo il proprio giudizio («still unfit») e sempre da The Economist sono arrivate in questi giorni le critiche più dure al progetto Alitalia (definito «sbagliato e costoso»), un piano che tanto sta a cuore al Presidente del Consiglio.
Dunque, diffamazione rigettata dalla Corte del Tribunale di Milano.
Per ora nessun commento dal giornale, nessun commento dal Presidente del Consiglio.