«Air France-Klm è una chimera che si è dissolta». Fare paragoni ed usare come termine di riferimento rispetto all'attuale situazione di Alitalia, la compagnia franco olandese Air France-Klm, «è un surreale e strumentale esercizio dialettico», visto che Air France uscì definitivamente dalla partita il 2 aprile scorso. E «al momento non c'è nessuno disposto ad acquisire le passivitá» di Alitalia «nè i debiti, nè il trasporto aereo». Ha preso il via così l'audizione su Alitalia del ministro dell'Economia Giulio Tremonti dinanzi alle commissioni Bilancio, Trasporti e Attività produttive di Camera e Senato in riunione congiunta. La seduta è iniziata alle 10 nella sala del Mappamondo alla Camera con l'introduzione del presidente Mario Valducci, che ha riassunto la situazione di Alitalia. Per la prima volta è possibile seguire via Internet una diretta dalle commissioni, fino a oggi riservate solo all'aula.
Il ministro ha tracciato la storia della compagnia a partire all'ultimo piano industriale di Alitalia, illustrando paradossi, moratorie, lettere che si sono susseguite, trattative, ripercorrendo anche audizioni del passato. Interrotto spesso mentre parlava dei fallimenti delle trattative nel corso del Governo Prodi. Tremonti poi torna sul «piano B» ipotizzato dall'ex titolare di via xx Settembre, Pierluigi Bersani, che durante la trattativa Air France pensava a una modifica della legge Marzano per commissariare la compagnia aerea. «Sarebbe interessante e utile - ha detto Tremonti - sapere che emendamenti l'ex governo avrebbe proposto alla legge Marzano», perché sostanzialmente si tratta di una ipotesi simile a quella presa dal governo Berlusconi. Ipotesi poi contestata nell'intervento dell'ex ministro Bersani. «Il prestito ponte - ha detto il nuovo inquilino di via XX Settembre - è stato il risultato a valle di una politica di inerzia protrattasi per oltre 22 mesi». Per il bilancio pubblico, dice Tremonti, la procedura in atto per la vendita di Alitalia non crea perdite, ma interrompe il processo di formazione di nuove perdite. L'effetto è invece il contrario, dice Tremonti, «di stop loss, interrompe il processo di formazione di nuove perdite». L'ideale, ha detto il ministro, «sarebbe scaricare le passività accumulate, «ma non c'è un acquirente disposto a rilevare passività e trasporto aereo».
L'operazione per il salvataggio di Alitalia, dice Tremonti, non contrasta con i principi fondamentali del mercato «fatto da competitività e concorrenza». Il Governo considera adeguati e sufficienti i vincoli sull'assetto propretario della nuova Alitalia. In particolare, il ministro ha ricordato che il vincolo a non cedere quote della nuova compagnia da parte dei soci é di 5 anni e per modificarlo occorre una maggioranza del 66 per cento. Anche con riferimento alla cessione a terzi, in particolare stranieri, lo statuto di Cai prevede una maggioranza qualificata del 66 per cento. Rispondendo alla critiche sull'impianto della vendita che penalizzerebbe Alitalia rispetto ai vettori europei il ministro Tremonti ha sottolineato che «a partire dal prossimo anno la concorrenza sará non più tra vettori aerei, ma tra vettori e treni».
