Una "Domus Aurea" per i nuclei speciali della Guardia di Finanza. Ammonta infatti a oltre 1.500 milioni di euro l'evasione fiscale accertata dalle Fiamme Gialle nelle compravendite immobiliari tra imprese costruttrici e soggetti privati. In poco più di 20 mesi (da ottobre 2007 a luglio 2008) con il progetto denominato in codice "Domus", il Nucleo Speciale Entrate, coordinato dal colonnello Flavio Aniello, ha passato al setaccio i dati relativi a decine di migliaia di vendite e acquisti di immobili, facendo emergere maggiori imponibili ai fini delle imposte dirette per 860 milioni di euro, 81 milioni di Iva evase e 590 milioni in materia di Irap.
Nella rete informatica stesa dalla Guardia di Finanza sono finite 901 società immobili, tra le quali figurano anche grossi nomi del settore delle costruzioni. Nei confronti di queste società sono state accertate e contestate prevalentemente procedure di sottofatturazione. In 188 casi l'evasione fiscale messa in atto è sconfinata anche nel penale con relativa denuncia da parte dei militari della Gdf alle competenti Procure della Repubblica.
Nessuna paura ancora per gli acquirenti privati. L'operazione Domus ha interessato i rogiti stipulati nel 2005 e nel 2006, ovvero prima dell'entrata in vigore del decreto Visco-Bersani che ha introdotto la corresponsabilità dell'acquirente nelle compravendite immobiliari "macchiate" da casi di autofatturazione.
«Si tratta comunque solo di un primo step - ha spiegato oggi a Roma il Comandante del Nucleo Speciale Entrate – in quanto l'operazione condotta su tutto il territorio nazionale prosegue». I risultati conseguiti, ritenuti per alcuni aspetti sorprendenti hanno convinto il Comando dei Reparti Speciali a proseguire nell'attività di verifica senza abbassare la guardia. E in quel caso con alcune armi in più soprattutto in termini di "compliance" come la citata corresponsabilità dell'acquirente e le responsabilità anche degli intermediari. Non solo. «Mai come in questa operazione - ha sottolineato ancora Aniello - ci troviamo di fronte a presunzioni semplici che come si sa richiedono presunzioni gravi, precise e concordanti. Come dire, per gli evasori stanati la via di fuga per evitare riprese a tassazione di redditi occultati è assai ridotta».
L'operazione antievasione ha poi prodotto anche "effetti collaterali" di tutto rispetto: casi di riciclaggio di denaro sporco, così come casi di esterovestizione messi in atto con vendite e successivi acquisti finalizzati al solo scopo di creare residenze fittizie all'estero. Ma dagli interventi operati sul territorio sono stati stanati anche 5 evasori totali e 95 lavoratori irregolari.
La certezza degli indizi emersi ha comunque un nome: il mutuo. Infatti, proprio partendo dalle operazioni di finanziamento richieste e dai rogiti sottoscritti dagli acquirenti – tutti dati puntualmente registrati nell'anagrafe tributaria – si è potuto evidenziare tutti quei casi in cui il mutuo ipotecario (ben distinto nell'analisi realizzata a tavolino da quelli per ristrutturazione) era superiore al prezzo della compravendita. Da questo i reparti speciali hanno poi confrontato i dati delle vendite con quelli del mercato, ricorrendo anche alle stime operate sul territorio dall'Osservatorio dei mercati immobiliari dell'agenzia del Territorio così da collocare esattamente l'immobile e a far emergere «il suo più realistico valore commerciale». Da questo incrocio è stata poi redatta una lista di oltre mille soggetti (imprese costruttrici) da sottoporre a controllo. E, come detto, nelle rete dei reparti operativi sul territorio sono finite poi 901 imprese.
Territorialmente gli interventi si sono concentrati in Lombardia con più di 210 soggetti accertati, in Emilia Romagna con quasi 128 interventi e in Veneto con poco più di 111. L'evasione delle immobiliari fatta emergere con l'operazione Domus, smentendo anche alcuni luoghi comuni, sembra concentrarsi soprattutto al Nord con il 56% di aggiri imponibili ai fini delle dirette, il 62% di Iva evasa e il 57% ai fini Irap.