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Scuola: in 3 anni previsti 87mila docenti in meno

di Luigi Illiano

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Sabato 06 Settembre 2008

Da Padoa-Schioppa a Tremonti, il ministero dell'Istruzione continua a essere sorvegliato speciale. L'Economia non si fida dell'Istruzione e con qualche ragione: nel corso di decenni Viale Trastevere ha più volte annunciato tagli che non sono mai stati realizzati. Non solo: si sono moltiplicate le assunzioni. Da qui la scelta di imporre rigorose misure di controllo.

Due giorni fa il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ha ribadito che saranno tagliati 87mila posti in 3 anni, il 7% della spesa. I numeri dei risparmi da realizzare nel periodo 2009/11 sono nella relazione tecnica alla manovra: il taglio al bilancio – a regime – sarà di 3,2 miliardi di euro. In termini di personale significa 87mila cattedre in meno e una riduzione di 42.500 posti Ata (amministrativi, tecnici, ausiliari).

E sull'intera operazione di risparmio pende la scure della "clausola di salvaguardia" meccanismo di controllo imposto alla scuola nella Finanziaria 2007 dall'ex titolare dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa e confermato dall'attuale ministro Giulio Tremonti. È una misura di garanzia che funziona così: i mancati risparmi richiesti dall'Economia all'Istruzione si trasformano in minori finanziamenti. Le conseguenze hanno già colpito: nel 2008 sono stati sottratti 560 milioni di euro alle risorse destinate alle scuole. Nel 2009 la clausola potrebbe costare altri 280 milioni di euro e ulteriori 130 nel 2010.
Per limitare le difficoltà provocate dal taglio 2008, Gelmini ha ottenuto dalla manovra 200 milioni.

Le leve
Per centrare gli obiettivi Viale Trastevere sta elaborando il piano programmatico, previsto dalla manovra. In linea generale le leve di intervento saranno tre: revisione degli ordinamenti scolastici, riformulando orari e indirizzi di studio; riorganizzazione della rete scolastica; razionalizzazione dell'utilizzo di risorse umane attraverso la modifica delle classi di concorso e della formazione degli organici. Le disposizioni di controllo della spesa si basano anche sull'aumento di un punto del rapporto alunni/docenti e la riduzione del 17% dei posti di personale Ata. È presumibile che per il 2009 si agirà prevalentemente sulla formazione delle classi e sul dimensionamento degli istituti scolastici.

Un primo intervento potrebbe riguardare l'innalzamento del numero minimo di alunni per formare le classi, portandolo tra 15 e 16 ed elevando a 31-32 alunni la soglia per sdoppiare una classe. Significherebbe la cancellazione delle classi che hanno meno di 16 alunni: quasi 50mila, delle quali oltre 36 mila tra elementari e medie. Una seconda stretta potrà interessare le scuole che sono al di sotto della soglia minima consentita per funzionare come istituzione autonoma. Sono circa 2.600, con meno di 500 alunni. In entrambi i casi l'impatto potrebbe essere fortemente attenuato garantendo classi e scuole nelle aree di montagna e nelle piccole isole. Intervento che determinerebbe un risparmio di posti da dirigenti scolastici e dirigenti amministrativi equivalenti alle scuole colpite. Perché si tratta in gran parte di scuole che non verrebbero chiuse, ma accorpate ad altri istituti.

Bilancio e bonus
Il bilancio dell'Istruzione presenta un'asincronia rispetto a tutti gli altri del comparto pubblico: l'anno finanziario non coincide con quello scolastico, quindi i calcoli di un anno – ad esempio il 2008 – riguardano gli otto mesi (gennaio/agosto) dell'anno scolastico precedente (2007/08) e i quattro mesi finali (settembre/dicembre) del 2008/09. La stretta prevista in manovra potrà essere attenuata, a condizione che per ciascun anno si riesca a centrare gli obiettivi di risparmio, condizione che farebbe scattare dei bonus.

Infatti, «una quota parte delle economie di spesa», pari al 30%, all'incremento delle risorse finanziarie destinate dalla contrattazione «alla valorizzazione e allo sviluppo professionale della carriera del personale della scuola a decorrere dal 2010, con riferimento ai risparmi conseguiti per ciascun anno scolastico». Si tratta di oltre 410 milioni di euro per il 2010, 664 milioni di euro per il 2011 e circa 957 milioni per il 2012.

Docenti e Ata
Saranno 129.841 i tagli tra cattedre e personale Ata. Nel dettaglio, per il 2009/10 sono previsti 32.105 insegnanti in meno; nel 2010/11 saranno 15.560; nel 2011/2012 la riduzione riguarderà 19.676 posti. A questi vanno aggiunti i 20mila già programmati dalla Finanziaria del Governo Prodi, per un totale che arriva a quota 87.341.

Cifre determinate anche dall'aumento di un punto del rapporto alunni/docenti, nel triennio passerà dall'attuale 8,94 a 9,94. Una novità nella gestione degli organici rispetto al tradizionale approccio legato al rapporto alunni/classe. Per il personale Ata, nel periodo 2009-2011 la cancellazione sarà secca: 17% del totale.

Con una scansione di 14.167 posti per ognuno dei tre anni, significa 42.500 posti. Le figure più colpite saranno i bidelli, per i quali il colpo di spugna potrebbe arrivare alle 30mila unità.

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