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Di Pietro: in Italia dittatura dolce. Veltroni: non siamo in un regime

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11 ottobre 2008
Antonio Di Pietro interviene a Piazza Navona (Ap)

Antonio Di Pietro, a piazza Navona per la manifestazione organizzata dall'Italia dei Valori per far partire la raccolta delle firme per il referendum contro il lodo Alfano, ha spiegato che «da oggi siamo in 3.600 piazze e ci saremo ogni fine settimana non solo per raccogliere le firme ma per protestare verso questo modo di governare».

Il leader dell'Idv ha criticato non solo i provvedimenti sulla giustizia ma anche quelli economici: «Il Governo non combatte il vero problema dell'evasione fiscale ma prende i soldi ai poveri cristi, non fa nulla per l'emergenza sociale, fa provvedimenti a favore di pochi e danno di molti, un Governo di chiacchiere che va avanti per spot». Con il lodo Alfano, poi, «ci sarà una giustizia che fa due pesi e due misure. Il Parlamento viene svuotato delle sue funzioni e il presidente del Consiglio raggirato. L'Idv è qui per far sentire la sua voce e ci resterà anche se ci accusano di antiberlusconismo».

L'ex Pm ha replicato agli esponenti del Governo che hanno giudicato «irresponsabile» scendere in piazza durante la crisi finanziaria che investe il Paese: «È irresponsabile chi fa il lodo Consolo, la salva-premier e la legge sulle intercettazioni per interessi propri e va al Bagaglino mentre le famiglie si impoveriscono».

Di Pietro chiudendo la manifestazione a piazza Navona per raccogliere le firme contro il lodo Alfano ha definito il Governo Berlusconi come «una dittatura dolce» nei confronti della quale bisogna «fare fronte comune». Nel suo discorso il leader dell'Italia dei Valori ha denunciato i rischi per una informazione libera, i provvedimenti in materia di giustizia fatti solo per gli interessi del premier e dei suoi amici e infine la riduzione delle prerogative del Parlamento «fatto di dipendenti, di gente che schiaccia solo i bottoni e suddita». Per Di Pietro «Berlusconi sta alla democrazia come Fede all'informazione», ma avverte «io non sono scemo e non dialogo con chi gli dai un dito e si prende un braccio».

Dichiarazioni quelle di Di Pietro, che marcano la distanza dal Partito democratico. Il segretario del Pd, Walter Veltroni, da Comiso, si è detto convinto, infatti, che «in Italia, per fortuna, non siamo in un regime», ma «c'è ancora la democrazia». Tuttavia, anche in vista della manifestazione nazionale del Pd indetta per il 25 ottobre, salta agli occhi il movimentismo interno al partito di Veltroni: gli ulivisti del Pd raccoglieranno le firme per il referendum contro il Lodo Alfano e in difesa delle preferenze.

«È dovere e interesse delle opposizioni pur distinte - ha dichiarato Franco Monaco - mettere l'accento sulle loro convergenze, specie laddove sono violate legalità e democrazia. Penso al referendum sul lodo Alfano e alla battaglia contro la porcata della elettorale per le europee, che vedono oggi mobilitati Idv, formazioni di sinistra e Udc. Con questo spirito, gli ulivisti "democratici per la democrazia" raccoglieranno le firme per il referendum e per le preferenze alle elezioni europee».

A Roma si è svolta anche la manifestazione della Sinistra radicale, che ha sfilato da piazza della Repubblica alla Bocca della Verità. Manifestazione che ha avuto il valore della rinascita dopo il terremoto elettorale e le guerre intestine dentro Rifondazione. «Oggi è la fine del ritiro», ha annunciato il segretario Prc Paolo Ferrero. Tra slogan contro il ministro Gelmini ed il premier Berlusconi e Bella Ciao, la sinistra, rimasta fuori dal Parlamento, ha attraversato la capitale dietro lo striscione «l'opposizione è nelle nostre mani» e ha criticato, con l'ex segretario Prc Franco Giordano ed il leader Pdci Oliviero Diliberto, «un Pd che non fa un'opposizione né sociale né politica».

Parole poco concilianti anche se al corteo si sono affacciati per un saluto i due dirigenti Pd Livia Turco e Vincenzo Vita, convinti che tra oggi ed il 25 ottobre ci sono differenze «ma c'è un'unica opposizione contro questo governo».

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