Acqua sempre più cara per le famiglie italiane. Nel solo 2007, infatti, i servizi idrici sono stati pagati dagli italiani ben 229 euro, con un aumento del 4,6% rispetto all'anno precedente. Una crescita che sembra non conoscere soste nel tempo e, che da, gennaio 2002, ha visto il prezzo dell'acqua lievitare di circa un terzo (+32 per cento). Insomma, non bastano i già sostanziosi rincari di luce e gas: ora ci si mette, anche, l'acqua a rendere sempre meno pesanti i portafogli degli italiani. A rivelarlo è l'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, che in uno studio, consegnato al ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola, ha evidenziato come non solo l'acqua costi tanto, ma per di più anche tanta se ne perda, soprattutto, nelle regioni meridionali, che presentano percentuali di perdite d'acqua nelle tubature superiori alla media (49%), a fronte del 32% di acqua persa al Centro e del 26% al Nord. «Al Governo e al Parlamento - spiega il responsabile delle politiche dei consumatori e utenti Giustino Trincia - chiediamo subito il blocco delle tariffe dell'acqua fino a tutto il 2009 e l'adozione di un piano industriale triennale per il servizio idrico italiano, basato sulla manutenzione e il rinnovamento della rete idrica, al fine di ridurre drasticamente le perdite». Trincia chiede, poi, l'istituzione di un'Autorità di regolazione del settore idrico dotata di reali poteri d'intervento e chiama in causa, anche, gli enti locali: «È ora - dice - che Comuni e Regioni facciano la loro parte visto che i servizi pubblici locali, come quello idrico, determinano da soli un tasso d'inflazione di circa il 7%, rispetto al tasso medio nazionale che è di circa il 4 per cento».
Dallo studio, realizzato prendendo a campione il consumo annuo di 192 metri cubi di acqua di una famiglia di tre persone, emerge come sui 104 capoluoghi monitorati, ben 70 abbiano registrato rialzi delle tariffe, 33 siano rimasti invariati e solo la città di Benevento abbia subito una riduzione della spesa idrica pari al 24% rispetto al 2006, grazie alla decisione del comune di ridurre del 70% la tariffa relativa al canone di depurazione a carico dell'utente.
Significative, poi, le differenze tariffarie tra le diverse regioni. Al Nord, gli aumenti maggiori (+6,5%), con la Toscana, che si aggiudica il primato per la regione più cara per il servizio idrico, ma è ad Agrigento, in Sicilia, dove l'acqua è, in assoluto, più costosa (445 euro annui), ben 4 volte superiore al costo di Milano, che con una spesa annua di 106 euro, vince la speciale classifica delle città meno care. Ma non mancano differenze di costi all'interno della stessa regione. E così, per esempio, in Sicilia, tra Agrigento e Catania la differenza di spesa annua per il servizio idrico è, addirittura, di 269 euro. O, ancora, in Veneto, dove gli abitanti di Rovigo sono meno "fortunati" di quelli di Venezia: i primi sono costretti a pagare l'acqua 340 euro l'anno, mentre i veneziani solo 155 euro l'anno, con differenza, quindi, di ben 185 euro.
