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Mercati in crisi: l'impatto sulla vita quotidiana
 
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Crisi dei mercati, l'impatto su case e pensioni

di Fabrizio Galimberti

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La tempesta sui mercati finanziari ha ormai lasciato le sale ex-ovattate della finanza, ed è scesa nelle piazze e nei vicoli. Facendo la coda ai supermercati, i discorsi non riguardano Cdo e Abs e mutui subprime: i timori e i tremori sono scesi al livello del quotidiano e le pulsioni primitive toccano ormai l'istinto di sopravvivenza finanziaria, con preoccupazioni che guardano al conto corrente, ai titoli, ai prezzi, alle case...
Parlare di panico forse è esagerato, ma il megafono della crisi amplifica tutto, e per capire le vere dimensioni di questo sommovimento della finanza è utile sgombrare l'animo dalle esagerazioni.
Vediamo allora di affrontare uno per uno questi angosciosi interrogativi.

C'è pericolo per i miei soldi in banca?
La risposta è breve. No, non c'è nessun pericolo. E per tre ragioni. Primo, perché il sistema bancario italiano è solido, ha un capitale adeguato e liquidità soddisfacente. Un atteggiamento prudente e una certa saggezza contadina l'han tenuto lontano dalle escursioni avventurose di altre banche e altri sistemi, e oggi le banche italiane continuano a fare il loro mestiere senza problemi. Secondo, anche se in qualche istituto ci fossero problemi, questi sarebbero risolti con la fusione con altri istituti, come è accaduto talvolta nella storia bancaria. Terzo, perché c'è in Italia, come negli altri Paesi, una rete di sicurezza: lo Stato assicura i depositi fino a 100mila e rotti euro. Insomma, è praticamente certo che nessuno perderà un euro.

I prezzi continueranno ad aumentare?
I prezzi sono aumentati da un anno a questa parte essenzialmente a causa dell'impennata mondiale delle materie prime, dal petrolio al grano, e quindi dalla benzina alla pasta. Ma questo impetuoso aumento sta rifluendo. Si erano date situazioni di bolla, in cui i prezzi aumentavano oggi solo perché erano aumentati ieri e si pensava aumentassero domani, ma questa bolla, come sempre succede, si sta sgonfiando. Nel caso delle quotazioni del petrolio, però, dietro alla bolla vi era e vi è anche uno squilibrio fra domanda e offerta, dato l'impetuoso sviluppo dei Paesi emergenti e la lentezza dell'offerta nell'adeguarsi alla domanda (lentezza più pronunciata rispetto al caso delle derrate alimentari). Anche se il prezzo del petrolio sta diminuendo, non c'è da aspettarsi che torni ai livelli del 2007, e bisogna quindi proteggersi risparmiando energia: su questo piano ci sono molte cose da fare.

Torna la disoccupazione?
Gli ultimi dati dell'Istat hanno segnalato un netto aumento dei disoccupati, ma anche un aumento degli occupati. Quando la congiuntura è forte le forze di lavoro aumentano perché tornano i "disoccupati scoraggiati", quelli che prima ne erano usciti perché tanto il lavoro non si trovava. Quello che sta succedendo ora è un fenomeno diverso. Le forze di lavoro aumentano perché, date le difficoltà di arrivare alla fine del mese, vi rientrano coloro che hanno assoluto bisogno di lavorare. Il solo aspetto positivo è che il potere d'acquisto dovrebbe beneficiare del calo dell'inflazione.

Le pensioni sono a rischio?
Anche qui la risposta è breve: no. Tutto quello che sta succedendo non ha niente a che fare con il pagamento delle pensioni. Questo è garantito dallo Stato e continuerà secondo le regole in vigore.

Cosa succederà ai prezzi delle case?
Nel mondo gli ultimi anni hanno visto, dall'Irlanda alla Nuova Zelanda, una colossale bolla immobiliare. Tutte le volte che le bolle si verificano, sono seguite da uno sgonfiamento. Questo è in corso in America (-16% rispetto a un anno fa), in Gran Bretagna (-12%) e in altri Paesi. In Italia la situazione è variegata, ma nel complesso i prezzi hanno smesso di crescere e in molti casi stanno ripiegando. Il che è una buona notizia per chi cerca casa, una notizia neutra per chi la casa ce l'ha già, e una cattiva notizia per quegli istituti (fortunatamente pochi) che hanno fatto prestiti sulla base del 100% del valore della casa e hanno mutuatari che non pagano.

Cosa succederà al mio mutuo?
Distinguiamo fra chi ha già un mutuo e chi ne deve fare uno per la prima volta. Chi ha fatto in passato un mutuo a tasso fisso dorme fra due guanciali. Chi lo ha fatto a tassi variabili ha avuto alcune sgradite sorprese: i tassi a breve, cui i mutui sono indicizzati, sono aumentati anche prima che la Banca centrale europea aumentasse il suo tasso-guida a luglio. Ma oggi diventa chiaro che quell'improvvida decisione dovrà essere rimangiata e le tensioni sui tassi a breve, dopo le fibrillazioni di queste settimane, dovrebbero calare di nuovo. Chi deve fare un mutuo per la prima volta pagherà un tasso a lunga di circa un quarto di punto superiore rispetto a quello che prevaleva a metà 2007, prima dell'inizio di questo pasticcio. Ma avrà il vantaggio che da allora a oggi i prezzi delle case si sono fermati e in molti casi hanno cominciato a diminuire.

  CONTINUA ...»

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