FINANZA &MERCATI

 
 
 
Crisi del credito: Borse, Governi e Banche centrali
 
HOME DEL DOSSIER
Cronaca / Europa e Mondo
Le mosse dei Governi
Politiche monetarie
Borse / Analisi
Petrolio e valute
Banche e depositi
Interviste
Analisi e commenti

Nuovo decreto salva banche da Tesoro e Bankitalia

di Isabella Bufacchi e Davide Colombo

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
14 ottobre 2008

Dopo le garanzie dello Stato sui depositi bancari e il possibile intervento nella ricapitalizzazione degli istituti di credito (fino al commissariamento, se necessario), la «cassetta degli attrezzi» del Governo (per usare il linguaggio d'epoca keynesiana rispolverato da Angela Merkel) si completa con un nuovo ventaglio di misure a sostegno della liquidità. Con un decreto composto da due soli articoli, approvato ieri da un Consiglio dei ministri in seduta straordinaria per dare immediata attuazione alle decisioni dell'Eurogruppo a Parigi, arriva il via libera al ministero dell'Economia per la concessione di garanzie sulle operazioni di finanziamento (cioè le obbligazioni) emesse dalle banche entro il 31 dicembre del 2009 e con durata fino a 5 anni. Le garanzie saranno offerte a condizioni di mercato e sotto lo stretto controllo della Banca d'Italia che darà il disco verde solo a chi ne avrà veramente bisogno. Il Tesoro avvierà inoltre lo scambio temporaneo tra titoli di Stato e bond (il meccanismo è quello dello swap senza richiesta collaterale per le banche) e metterà la garanzia sul prestito titoli effettuato tra banche e tra banche e soggetti privati istituzionali. Anche la Banca d'Italia scende in campo per sostenere al massimo la liquidità: per garantire facile accesso ai finanziamenti Bce, le banche potranno contare su un secondo swap con titoli ad elevata qualità in possesso di via Nazionale. Per queste operazioni (si veda l'articolo accanto) l'importo complessivo è di 40 miliardi. Le attività cedute dalle banche potranno essere strumenti di debito, in diverse valute, con rating inferiori a quello dei titoli stanziabili con la Bce.
A differenza degli altri Paesi dell'eurozona e dell'Inghilterra il decreto legge di ieri, com'era già avvenuto con il Dl 155 dell'8 ottobre, non reca alcuna cifra a copertura degli eventuali interventi di garanzia: «Oggi non è necessario predeterminare gli importi», ha sottolineato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, «non c'è un fondo ma l'impegno a coprire tutto quanto sarà necessario e quando sarà necessario». Le garanzie hanno un impatto sul debito pubblico solo quando vengono escusse: cioè solo nel caso di fallimento della banca. Ma le banche non falliscono, assicura il Governo, perché lo Stato le sosterrà finanziariamente ricapitalizzandole e garantendone depositi e bond.
L'impatto del decreto sui conti pubblici per ora è nullo e potrebbe addirittura diventare un affare per il contribuente, con l'incasso delle commissioni sulle garanzie (se non escusse) e con le plusvalenze dalle azioni. Per il direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli, «le operazioni di garanzia sulle obbligazioni a medio termine, per definizione, non possono essere quantificate». Le banche hanno in circolazione 680 miliardi di bond ma per ora non risulta che abbiano enormi problemi a rifinanziarle. Sul punto il ministro Tremonti va oltre: superata la crisi può darsi che in seguito alla sottoscrizione di azioni il Tesoro possa realizzare un capital gain. Lo scopo di tutti gli interventi programmati, è la conclusione del ministro, «non è salvare le banche, ma tutelare i risparmiatori e garantire continuità dei finanziamenti alle imprese». Il decreto è già stato controfirmato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che in mattinata si era confrontato in un colloquio telefonico con il presidente della Repubblica Federale tedesca, Horst Koehler. Il capo dello Stato ha apprezzato la rapida applicazione nazionale delle misure decise dal vertice europeo e ha rinnovato l'auspicio per l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona «anche in considerazione del miglioramento della governance economica che il Trattato introduce».
L'annuncio delle nuove garanzie per le banche italiane è stato accolto positivamente dal mercato, che comincia a valutare con maggiore selettività le misure prese da Paese a Paese: pesano di più sui conti pubblici i maxi-fondi accantonati per le ricapitalizzazioni. Ieri il differenziale del rendimento tra un Btp a dieci anni e un bund tedesco s'è ristretto di oltre dieci centesimi di punto percentuale, passando dagli 88 di venerdì scorso a 76: anche grazie al forte rally borsistico.

RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-