Al tratto Fuorigrotta-Capo di Chino della tangenziale di Napoli, la maglia nera dell'autostrada urbana più pericolosa d'Italia. Nel triennio 2004-2006, sono avvenuti in media 70 incidenti e 1,36 morti al chilometro. Critici, pure, il Grande raccordo anulare di Roma e le tangenziali di Milano e Torino, mentre tra le strade statali, su Tiburtina, Jonica e Aurelia, si è registrato il più alto rapporto tra incidenti e morti per chilometro. In media, tra i 9 e gli 11 incidenti, con un numero di vittime che oscilla tra lo 0,33 e lo 0,70 per chilometro. A rivelarlo i primi test indipendenti effettuati dall'Aci, nell'ambito di EuroRap, il programma europeo sulla sicurezza della rete stradale. «Occorre destinare - spiega il presidente dell'Aci Enrico Gelpi - più risorse per l'analisi statistica, per la realizzazione del catasto stradale e per il rilievo dei flussi di traffico». In arrivo, annuncia, poi, Gelpi, in collaborazione con EuroRap, il primo atlante europeo della sicurezza stradale. «Si tratta - dice - di una mappa per gli automobilisti che potranno, così, disporre di carte stradali che indicheranno i livelli di sicurezza dei principali itinerari nazionali, con particolare attenzione alle strade contraddistinte con la sigla "E", i principali collegamenti attraverso l'Europa».
E l'importanza di analizzare il tasso di incidentalità è stata sottolineata, anche, dall'amministratore delegato di Autostrade per l'Italia, Giovanni Castellucci, che ha ricordato come nei primi 9 mesi del 2008 «ci sia stata una riduzione di circa un terzo delle morti sulla autostrade (numero di decessi per ogni miliardo di chilometro percorsi), passate da 11,4 nel 1999, a 4,1 attuali».
Ma per la sicurezza, importante, anche, la manutenzione delle strade. «Nel 2007-2008 - sottolinea il presidente dell'Anas Pietro Ciucci - un terzo di fondi ordinari attribuiti ad Anas è stato speso per la manutenzione straordinaria della rete, con la posa di asfalto drenante, l'installazione di barriere di sicurezza più moderne, il rifacimento dell'impiantistica delle gallerie e l'eliminazione dei cosiddetti "punti neri" della rete». E su quest'ultimo punto, aggiunge, «il Piano nazionale della sicurezza stradale, del valore di 508 milioni di euro, è stato già in parte eseguito, con l'avvio di 59 progetti, per un investimento di oltre 171 milioni di euro».