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Federalismo, con Fini e D'Alema
rispunta la «Bicamerale»

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8 novembre 2008
D'Alema, Riotta e Fini al workshop di Asolo (Ansa)

Dal workshop organizzato ad Asolo, in provincia di Treviso, dalle fondazioni Farefuturo (di area An) e Italiani europei (di area Pd), Gianfranco Fini e Massimo D'Alema trovano piena intesa sulla necessità di fare riforme condivise in Parlamento. Due in particolare i punti su cui si è creato l'asse: ripartire dalla "bozza Violante" approvata dalla Commissione affari costituzionali della Camera nella scorsa legislatura e istituire un Commissione bicamerale "ad hoc" che si occupi dei decreti attuativi del federalismo fiscale.
A proposito di federalismo, Fini auspica che vi sia una riforma globale che preveda la revisione dell'articolo 117 della Costituzione e la riduzione al minimo delle competenze condivise tra stato e regioni. Ma anche un'organizzazione diversa dei dipendenti della pubblica amministrazione, perché, sottolinea, «federalismo vuol dire tante cose, non solo pagare le tasse per vedere che siano utilizzate sul territorio».
In sostanza la convergenza di Fini e D'Alema è stata anzitutto sulla opportunità che a valutare i decreti attuativi del disegno di legge sul federalismo fiscale non si segua la via tradizionale di investire dell'esame le Commissioni parlamentari interessate (sei, tutte chiamate a pronunciarsi solo per le proprie competenze) ma di affidare la valutazione ad una bicamerale, che così potrebbe esprimere un giudizio d'insieme.
Fini, che é presidente della Camera, ha detto esplicitamente di pensare a questa soluzione e si é augurato che venga presentata una proposta in questo senso. Pronta la risposta di D'Alema che ha annunciato la presentazione di un emendamento per una commissione bicamerale per l'attuazione
del federalismo fiscale e la carta delle autonomie.
Quanto alle riforme istituzionali, come ha detto D'Alema, il governo e l'opposizione vedono come un buon compromesso ripartire da dove si è rimasti nella scorsa legislatura, ovvero la bozza Violante, «anche magari rafforzandola con ipotesi specifiche di sfiducia costruttiva», riflette l'esponente del Pd, che aggiunge: «Le riforme possibili sono quelle condivise, non quelle che piacciono a ciascuno di noi».

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