Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi torna alla carica sulla riforma della giustizia e si dice pronto a farla cambiando la Costituzione, anche senza i voti dell'opposizione.
«Si può cambiare e poi l'ultima parola spetta ai cittadini. Ci sono due votazioni con sei mesi di tempo l'una dall'altra (in realtà si tratta di «non meno di tre mesi», articolo 138 della Costituzione, ndr) poi a decidere se la riforma sarà giusta saranno i cittadini. Questa è la democrazia» ha affermato il premier, nel corso della presentazione del libro di Bruno Vespa «Viaggio in un'Italia diversa».
Per la Giustizia, separazione degli ordini.
«Le idee - ha proseguito Berlusconi - le abbiamo chiare: nel campo della giustizia, ad esempio, siamo per la separazione degli ordini. Non voglio dire delle carriere, ma degli ordini sì. Questo significa che chi giudica farà parte di un ordine e chi rappresenta la pubblica accusa farà parte di un altro ordine e quando dovrà andare a parlare con il giudice dovrà ottenere un appuntamento, bussare alla sua porta e dargli del lei».
L'ipotesi referendum.
Ventilando la possibilità della riforma costituzionale Berlusconi sembra chiudere quindi la porta all'opposizione. Il capo del Governo adombra la possibilità che il centro-destra, forte della maggioranza assoluta in Parlamento, possa votare una modifica della Carta costituzionale per farla poi ratificare eventualmente attraverso un referendum. Una simile soluzione sarebbe evitabile solo se la riforma fosse approvata con i due terzi nella seconda votazione in entrambe le Camere, ovviamente previo accordo con il centro-sinistra che ad oggi sembra impossibile. «Non si può parlare con chi mi paragona ad Hitler, a un dittatore argentino, con chi mi accusa di essere il diavolo e non si permette di dire una parola sulla moralitá pubblica», ha affermato Berlusconi.
Il calo nei sondaggi.
Il presidente del Consiglio ha toccato tutti i temi caldi del momento. È tornato anche a parlare anche di sondaggi ammettendo, per la prima volta, un calo dei consensi. «Eravamo al 72 per cento, poi ci sono state le vicende legate alla scuola e le polemiche sull'Iva a Sky che ci hanno fatto tornare indietro di qualche punto, ma i sondaggi di ieri ci danno al 68 per cento che è ancora una percentuale significativa di italiani». Ampio spazio è stato poi dedicato all'economia.
In Europa «pronti a mettere il veto sul pacchetto clima»
Silvio Berlusconi è intervenuto sul pacchetto clima che domani, 11 dicembre, undicesimo anniversario del Protocollo di Kyoto, verrà discusso al Consiglio d'Europa. «Se vedrò che saranno colpiti gli interessi italiani in modo eccessivo, opporrò il mio diritto di veto e non avrò nessuna esitazione a farlo». I nostri ministri dello Sviluppo, dell'Ambiente e dei Trasporti hanno fanno un buon lavoro, domani vedremo le proposte che arriveranno» dall'Europa «e io avrò la responsabilità di dire sì o no».
Crisi: fondi Ue per gli ammortizzatori sociali
«Durante la riunione di oggi, durata più di quattro ore, con i ministri Tremonti, Scajola, Fitto e Matteoli abbiamo anche ipotizzato la possibilità di utilizzare fondi Ue per pensare al sociale. Se la crisi si estenderà, bisognerà pensare ad un aumento degli ammortizzatori sociali» ha sottolineato il premier Silvio Berlusconi che ha garantito inoltre che, al Consiglio di ministri della prossima settimana, ci sará il Cipe, che varerá «un investimento di 16,6 miliardi di euro».
Eni, dall'ingresso della Libia solo convenienza
«C'è tutta la convenienza che la Libia sia partner in questa importante impresa». Così Berlusconi ha commentato la manifestazione di interesse della Libia per un ingresso nell'Eni. «È un importante produttore di petrolio e gas», ha aggiunto. «Decideremo di volta in volta - ha poi aggiunto il premier riferendosi a futuri ingressi nelle partecipate dello Stato - certo non gradiremmo che interventi nelle nostre società avvenissero attraverso silenziose operazioni nei mercati borsistici. Di partenza c'è simpatia per l'interessamento di capitali internazionali nelle nostre aziende».
Alitalia: «Solo accordi commerciali, nessuna partnership con le compagnie straniere»
«Non un partenariato ma semplici accordi commerciali» con compagnie straniere. Questa è l'opinone del presidente del consiglio Silvio Berlusconi riguardo alla compagnia di bandiera italiana. «Io presento sommessamente la mia idea, poi sono i soci di Cai a dover decidere», ha aggiunto il premier durante la presentazione del libro di Bruno Vespa commentando l'ipotesi di un'alleanza con Air France o Lufthansa.
Europee: «Voteremo con l'attuale legge elettorale»
Alle prossime consultazioni europee si voterà con questa legge elettorale ha confermato il Premier. «Dopo che la sinistra, per bocca di suoi autorevoli esponenti - ha dichiarato Berlusconi - aveva detto che erano contenti di andare al voto senza preferenze, ha colto la palla al balzo per dire che sono un dittatore». Il premier ha sottolineato, inoltre, che il Pd era d'accordo anche su una soglia di sbarramento alto.
