Il Consiglio superiore della magistratura ha convocato i responsabili dei due uffici protagonisti dello scontro tra procure sulle inchieste "Why Not" e "Poseidone" condotte in merito a ipotesi di truffe all'Ue e a fondi per l'ambiente in Calabria da De Magistris, il magistrato trasferito e censurato in gennaio dallo stesso Csm.
Saladino, principale indagato dell'inchiesta Why Not, ha detto di non aver mai nemmeno conosciuto Mancino, vicepresidente del consiglio superiore della magistratura.
Le audizioni dei vertici degli uffici giudiziari di Salerno e Catanzaro, convocati domani dal Csm, sono una «decisione autonoma» presa «d'intesa con il Capo dello Stato». Un'attività che «non interferisce» con le inchieste giudiziarie in corso. A precisarlo è il vicepresidente dell'organo di autogoverno della magistratura, Nicola Mancino, che stamattina ha interrotto la seduta della sezione disciplinare a Palazzo dei Marescialli proprio per decidere le iniziative da mettere in campo dopo lo scontro tra le Procure di Salerno e Catanzaro, seguito agli sviluppi dell'inchiesta sul caso dell'ex pm calabrese Luigi De Magistris.
La convocazione dei capi delle Corti d'appello e delle Procure di Salerno e Catanzaro è stata «una decisione autonoma, d'intesa - spiega Mancino - con il Capo dello Stato». «L'indagine deve essere approfondita all'interno della delimitazione delle nostre competenze, che non interferiscono con quelle degli uffici giudiziari». Mancino non si sbilancia sui tempi dell'inchiesta del Csm: «Siamo
solo all'inizio», si limita ad osservare.