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Auto e CO2, ecco cosa si fa in Italia

Di Maurizio Caprino

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5 dicembre 2008


E l'Italia? Dopo che la Francia ha annunciato incentivi alla rottamazione delle auto nell'ambito del pacchetto anti-crisi varato ieri, cresce l'attesa per misure analoghe anche da noi. Non solo per l'effetto che potrebbero avere per attutire la caduta della domanda sul mercato, ma anche per le loro implicazioni ambientali. E anche sotto questo aspetto il confronto è con la Francia: proprio nel suo numero in edicola oggi assieme al quotidiano, "Ventiquattro" (mensile del Sole-24 Ore) fa un primo bilancio della tassa francese bonus-malus sull'acquisto di vetture nuove introdotta dal 1° gennaio scorso, con premi per chi compra modelli che emettono poca CO2 e penalizzazioni per chi fa la scelta opposta.

Fare un paragone tra Italia e Francia è oggi molto difficile. Per ciascuno di questi aspetti.
Quanto a possibili nuovi incentivi, non si sa ancora quali decisioni prenderà il Governo Berlusconi. Da tempo le associazioni dei costruttori chiedono agevolazioni permanenti e a inizio ottobre a livello Ue si è parlato di eliminare i divieti agli aiuti di Stato, cosa che consentirebbe di ampliare le forme d'incentivo sinora utilizzate. Subito dopo, in Italia è stato dato l'annuncio di bonus-rottamazione per il 2009, poi smentito. Non perché il Governo non ci stesse pensando, ma perché rendere nota una misura del genere con tre mesi di anticipo sulla sua entrata in vigore paralizza il mercato per tutto questo periodo. Così solo a fine anno sapremo se le intenzioni del Governo si tradurranno in misure concrete. Nel frattempo, va ricordato che comunque aiuti statali alla rottamazione sono già in vigore dal 3 ottobre 2006 e scadono il 31 dicembre (ultima data utile per firmare i contratti di acquisto), ma la loro versione 2008 - lievemente ridotta rispetto a quella 2007 - non ha impedito un calo sensibile di vendite rispetto all'anno scorso (che comunque era stato da record).

Quanto agli aspetti ambientali, il parametro della CO2 è considerato anche in Italia, ma nell'ambito di un sistema totalmente diverso da quello francese. In Francia, da quest'anno si punta tutto sulla CO2, unico parametro dell'unica tassa sui veicoli (a parte l'Iva, che però è uguale per tutti i modelli), e su quello si fanno differenziazioni accentuate: si va da premi fino a 5.000 euro (di fatto, per le auto elettriche) a penalizzazioni di 2.600 euro (su vetture grandi o sportive, i cui prezzi però spesso sono già tali che una cifra del genere passa quasi inosservata). Comunque nulla viene toccato nella fascia di emissioni da 130 a 160 grammi/chilometro, che comprende le auto più popolari. Per questo viene il sospetto che i positivi risultati annunciati dal Governo francese (emissioni abbattute del 9% e impennata del 45% nelle vendite di modelli che emettono tanto poco da aver diritto a bonus) sia dovuta anche al record storico del prezzo del petrolio: le quantità di CO2 sono direttamente proporzionali ai consumi, che quest'anno col caro-greggio hanno orientato le scelte di moltissimi. Inoltre, il sistema non induce a cambiare auto: per gli esemplari già circolanti non ci sono penalizzazioni (addirittura, in Francia il bollo non c'è più).

In Italia, invece, l'ecologia pesa sia sull'acquisto sia sul costo di esercizio e tiene conto non solo della CO2 (che non inquina, ma causa l'effetto-serra), ma anche delle emissioni inquinanti teoriche del veicolo (Euro 0, Euro 1 eccetera).
Più precisamente, in fase di acquisto, gli incentivi in vigore oggi sono mediamente di 7-800 euro e scattano solo se si sceglie un modello che emette fino a 140 g/km di CO2 (130 se diesel) e peraltro richiedono pure che si rottami una vecchia auto (salvo che si acquisti una vettura a gas, che oltretutto gode di agevolazioni fino a 2.000 euro). Le emissioni inquinanti entrano in gioco appieno col bollo auto, che è proporzionale alla classe Euro e inizia a penalizzare le Euro 3. Quindi ci sono più fattori che inducono a camboare auto. Tuttavia, sia l'importo degli incentivi sia l'entità della penalizzazione sul bollo (peraltro diluita nel tempo e non pagata tutta in una volta come in Francia) sembrano limitati, cosa che probabilmente ne riduce l'efficacia.

Insomma, i sistemi italiano e francese sono diversi e non è detto che siano davvero molto efficaci. Probabilmente andremo lo stesso verso auto più ecologiche, ma solo quando saranno le case automobilistiche a spingere in quella direzione con modelli evoluti a prezzi competitivi. Ci arriveranno, per ridurre al minimo le multe che la Ue comminerà loro per la produzione di ciascuna vettura sfondi i limiti di CO2 che stanno per essere fissati per l'Europa. Già oggi si cominciano ad offrire modelli con rapporti del cambio lunghi, gomme a basso attrito e motore che si spengono nelle attese ai semafori o in coda. Probabilmente domani aumenteranno le auto ibride, dopodomani le elettriche.

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