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Berlusconi: non avrei diffuso dati sulla crisi

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18 dicembre 2008

Ottimismo, ottimismo, ottimismo. È la parola d'ordine del premier Silvio Berlusconi che anche agli ambasciatori d'Italia riuniti in conferenza alla Farnesina ripete il leit motiv di questi tempi di crisi: guai a dare corpo alle «self full feeling profhecy», le profezie negative che si autoavverano.
Guai a dire che le cose vanno male innescando un circolo vizioso che poi porta davvero a scendere la china, ribadisce il premier spronando a spargere fiducia e a non far circolare dati negativi. Compresi quelli messi nero su bianco dal Centro Studi di Confindustria su crisi economica e disoccupazione. «Io non renderei note queste cose», è il giudizio del premier.
«Il sistema bancario è solido ed ha avuto le garanzie dello Stato. Il sistema delle imprese non dovrebbe soffrire di carenze di liquidità», ripete come un mantra il presidente del Consiglio, ammettendo però l'aprirsi di qualche crepa.
«Proprio in questi giorni - spiega - ci giungono notizie negative dalle Prefetture sulla sofferenza delle imprese» che non possono attingere dagli istituti di credito.
Il governo ha infatti invitato le imprese a rivolgersi proprio ai prefetti per denunciare eventuali tagli di liquidità da parte delle banche.
Ricapitolando davanti agli ambasciatori le tante cose fatte dall'esecutivo in politica interna ed internazionale, il premier cita il provvedimento appena adottato a Palazzo Chigi dal Cipe.
«Abbiamo varato un primo stanziamento di 16,6 miliardi per le grandi infrastrutture», afferma. E poi rivela di aver raccolto il consenso di Consob ed Fmi su una sua «suggestione»: la proposta di limitare verso l'alto e verso il basso l'andamento delle contrattazioni borsistiche, per ancorare di più il valore della azioni a quello della reale produttività delle imprese.
La conferenza alla Farnesina è infine scena di un siparietto con il sottosegretario Gianni Letta, di solito silente nelle pubbliche occasioni. «Il taglio dei tassi Usa da parte della Fed ha generato un paradosso - osserva il premier -. Con i tassi a zero il capitale non rende niente. Siamo al comunismo!».E Gianni Letta: «Il capitale devi investirlo perchè renda...». Il premier ribatte: «Si. Ma non prestandolo, non depositandolo nelle banche. Il capitale soffre di inflazione».
Berlusconi infine rivendica le giuste scelte compiute dal governo per sostenere le famiglie in questi tempi di crisi. Una su tutte, la social card. «Ne abbiamo date più di un milione e 300 mila - afferma - ed è stato un grande successo. Sono anonime e quindi non toccano la dignità di nessuno. Infatti le poste sono state invase da un gran numero di persone che ne hanno fatto richiesta».

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