Sul pacchetto clima «abbiamo presentato alcune richieste che sono assolutamente indispensabili per l'economia italiana». La richiesta di una clausola di revisione per le energie rinnovabili al 2014, accettata dai 27, era «imprescindibile» per ottenere l'accordo dell'Italia a un compromesso sul pacchetto clima-energia. Lo ha ribadito il ministro degli Esteri Franco Frattini a Bruxelles, a margine dell'incontro fra i ministri Ue degli Affari esteri. L'Italia chiede anche una revisione dell'intero pacchetto dopo la conferenza mondiale sul clima di Cophenagen, a fine 2009. «In un momento di crisi globale, anche la ripartizione degli oneri deve essere globale», ha sottolineato Frattini facendo riferimento alla necessità che anche gli Usa, la Cina e l'India partecipino alla lotta contro il cambiamento climatico. L'Italia, ha detto Frattini, è pronta ad un compromesso sul pacchetto clima ed energia, «ma non a tutti i costi».
L'Italia, ha precisato il ministro Frattini, «è insoddisfatta» dell'ultimo testo di compromesso presentato dalla presidenza di turno francese sul pacchetto Ue clima-energia. Come Italia, ha detto ancora il responsabile della Farnesina «abbiamo alcune red-lines, in primo luogo la difesa di alcuni settori dell'industria manifatturiera». Servono ulteriori «passi in avanti», ha aggiunto Frattini, anche se uno è già stato fatto attraverso l'introduzione di parametri che serviranno a identificare i settori più a rischio. Settori che per l'Italia devono comprendere anche quelli del cemento, della ceramica e della carta. Secondo il ministro «altri paesi sono stati anche più duri dell'Italia. In particolare il ministro ha sottolineato la posizione «molto dura» della Germania sull'industria manifatturiera e quella assolutamente contraria della Gran Bretagna sul fondo di solidarietà. «Siamo in attesa del nuovo testo di compromesso che la presidenza francese presenterà mercoledì. Un compromesso si potrà trovare lavorando sulle percentuali», ha detto Frattini. «Certo se non si individuano i settori industriali per i quali consentire deroghe, non credo sia possibile trovare un compromesso».
La soluzione potrebbe essere la riduzione del fondo di solidarietà previsto per i Paesi dell'Est in modo da aumentare il margine per la tutela di settori dei Paesi industrializzati. «Siccome noi chiediamo -ha spiegato- che alcune quote (di permessi di emissione per le industrie) siano gratuite, è chiaro che si riduce l'importo complessivo» di somme disponibili per il fondo di solidarietá ai Paesi dell'Est. «Alcuni Paesi avevano anche -ha spiegato ancora Frattini- detto di non potere accettare il fondo di solidarietá, noi diciamo solo che questo va ridotto». Ed è su questo, ha fatto
capire il ministro, «che si può trovare una soluzione».
La decisione finale sul pacchetto clima-energia, confermata dalla presidenza di turno francese, sarà adottata dal Consiglio europeo all'unanimità. In occasione del Consiglio esteri che ha preparato i lavori del vertice Ue di giovedì e venerdì prossimi «è stata ribadita la volontà di chiudere con un buon compromesso». (N.Co.)