Il Sole 24 Ore
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27 dicembre 2008

Berlusconi, dietrofront sulle
riforme: prima il federalismo



«Adesso cominciamo bene l'anno: c'é il federalismo da fare, poi la giustizia e poi tante altre riforme». Il premier in un'intervista ai microfoni di sky torna sul ruolino di marcia che il governo e la maggioranza intendono adottare per le riforme. Cambiando rotta rispetto a quanto dichiarato nei giorni scorsi in cui aveva messo tra le priorità dell'esecutivo la riforma della Giustizia e la legge delle intercettazioni. Quindi priorità per il federalismo e a seguire la giustizia. E il presidenzialismo? «Oggi dobbiamo affrontare misure urgenti, dato ciò che é successo, non abbiamo assolutamente sul tavolo la riforma del presidenzialismo», dice Berlusconi. Anzi, il premier chiarisce: «Io ho risposto solo a una domanda. potremmo prendere in considerazione l'ipotesi di una riforma nella seconda metà della legislatura e comunque lo faremo solo con l'accordo di tutti. Poi i direttori dei grandi giornali si sono telefonati e hanno deciso di montare la panna, ma dando un'assoluta disinformazione». Berlusconi torna anche sulla riforma della Costituzione e mette in chiaro di non aver mai detto di volerla cambiare da soli: «La Costituzione - spiega il premier - si cambierà soltanto per una certa parte e, come é logico che sia, saremo felicissimi di avere il consenso di tutte le forze politiche. Non ho mai detto che vogliamo cambiarla da soli: soltanto se saremo costretti per un comportamento irragionevole dell'altra parte, allora saremo nel dovere di farlo da soli perché abbiamo avuto il mandato dalla forte maggioranza dei cittadini».

Dapitolo a parte per la crisi economica in atto: «L'importante é essere ottimisti e far sì che questa annunciata crisi non sia terribile ma sia una cosa che possiamo superare bene. e per fare questo - auspica il cavaliere - dobbiamo avere fiducia e non cambiare il nostro stile di vita. Casomai aiutare chi può meno». Il premier dice anche di aver parlato con il presidente dei commercianti Carlo Sangalli che ha detto di essere «fiducioso. Nessun caro sugli alimentari - dice il premier - e anche gli altri generi si sono mantenuti più o meno sui livelli degli altri anni. non credo che ci debbano essere allarmi e ripeto: tutto sta nelle nostre mani». Alla domanda su quale effetto gli facesse vedere il partito democratico attaccare i giudici per le indagini esplose in questi giorni che hanno coinvolto esponenti del partito guidato da Walter Veltroni, Berlusconi ha risposto: «Nessun effetto. io non ho mai attaccato i giudici, anzi il contrario». E poi la chiusa sulle intercettazioni del figlio di Antonio Di Pietro. se lei fosse il padre del figlio di Di Pietro che cosa gli avrebbe detto? gli hanno chiesto. pronta la risposta: "Io sono il padre fortunatamente dei miei figli", ha tagliato corto il premier.

27 dicembre 2008

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