Arriva la tregua nel momento in cui gli attacchi raggiungono il Pd sulla questione morale. È una logica difensiva quella che spinge i due duellanti, Walter Veltroni e Massimo D'Alema, a siglare un patto nel giorno di festa dell'Immacolata. Una telefonata, i due si parlano, concordano sul fatto che la "questione morale" sia stata esagerata e strumentalizzata e che quindi occorre dare un segnale di unità «in difesa della ditta». E non è un caso che quel colloquio privato diventi oggetto di un comunicato ufficiale. È il messaggio che si vuol dare per segnalare che il partito resiste, regge all'onda d'urto delle inchieste e delle critiche sulla presunta diversità morale. Oggi Veltroni e D'Alema si vedranno, questa volta de visu, prima del caminetto che dovrà dare risposta a un'altra questione in sospeso: la collocaziona europea. Poi l'ex ministro degli Esteri andrà a Napoli per una serie di appuntamenti tra i quali non sembra sia previsto un incontro con Antonio Bassolino. Sembra invece che uno dei temi trattati nella telefonata sia proprio la possibile mediazione di D'Alema per sbloccare l'impasse sul Governatore della Campania che non vuole dimettersi.
Quel che è certo, come spiegano nello stretto entourage dalemiano, è che il patto non annacquerà il confronto che si attende nella direzione del partito convocata per il 19 dicembre. I temi, lì, saranno trattati come da programma: a partire dalla democrazia interna del Pd e su quali sono i luoghi della decisione politica, fino alle alleanze, fino alla strategia che accompagnerà alle amministrative e alle europee 2009. Senza contare che per quella data ci sarà anche il risultato delle elezioni in Abruzzo. E poi ci sono i sondaggi nazionali a preoccupare. Come quello sulle intenzioni di voto alle europee, che l'Ipr marketing ha realizzato ieri per Repubblica.it e che dà il partito in discesa al 28 per cento. Ma è in generale tutto il clima che si respira anche dentro le strutture di partito che mette in allarme. Un clima di sfaldamento nei territori causato dalle inchieste giudiziarie e non solo visto che le crisi locali si sono moltiplicate a macchia d'olio. E la causa è da rintracciare non solo ma soprattutto in quella rissa perenne Veltroni-D'Alema che ora si tenta di arginare.
Ma leggiamo il testo del comunicato: «Veltroni e D'Alema hanno convenuto sul fatto che vi sono episodi preoccupanti da non sottovalutare. Al tempo stesso ritengono del tutto pretestuosa la campagna nei confronti del Pd sulla questione morale e hanno sottolineato l'esigenza che il Pd reagisca in maniera unitaria procedendo con convinzione sulla strada dell'innovazione». Insomma, torna lo spartito da "compagni di scuola" ex Pci, Pds, Ds in nome di una ditta che ha cambiato nome. E chissà se questo non comporti una novità negli assetti decisionali del Pd e un ruolo effettivo per l'ex ministro degli Esteri.
Intanto ci sono le elezioni in Abruzzo, la sfida con il Pdl, il temuto sorpasso di Antonio Di Pietro. È anche in questa chiave che va letta la telefonata della pace. E infatti ieri Veltroni nelle sue tappe abruzzesi a conclusione della campagna elettorale ha attaccato il premier. Prima su «un patto di potere tra Berlusconi e certi settori del Paese ed è per questo che l'Italia si ritrova in una situazione arroccata». Poi sulla questione morale: «Se c'è uno che proprio non può usare questa espressione è il presidente del Consiglio». E certo l'Abruzzo è il luogo giusto per promettere pulizia visto che da lì sono nate le prime inchieste che hanno coinvolto l'ex Governatore Pd, Ottaviano Del Turco. Ora nel mirino c'è la Campania e oggi ci sarà un incontro con i vertici locali per fare il punto. Intanto è Luciano Violante a chiedere un'operazione-verità. «Credo che siamo vicini a un punto in cui il Pd, Bassolino e la Iervolino dovranno fare un ragionamento molto serio e cioè se permane un rapporto di fiducia e di credibilità».