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S&P: il nuovo Governo avrà la maggioranza per realizzare le riforme

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15 APRILE 2008

Standard & Poor's Ratings Services afferma che la nuova maggioranza di governo in entrambe le camere ed una coalizione più forte rispetto al governo precedente, offre un'opportunità per attuare le riforme fiscali ed economiche considerate prioritarie. Il risultato delle elezioni non ha un impatto immediato sul rating della Repubblica Italiana(A+/Stable/A-1+).
La coalizione di centro-destra del Popolo delle Libertà guidata da Silvio Berlusconi insieme ad altri due partiti, la Lega Nord e il Movimento per le Autonomie, che promuovono il federalismo fiscale e politico, hanno raggiunto con le elezioni del 13 e 14 aprile, la maggioranza dei voti, sia alla Camera con 101 seggi, sia al Senato con 41 seggi.
Tale risultato fornisce al governo un mandato sufficientemente forte per attuare un programma di consolidamento della spesa pubblica, insieme ad una serie di riforme, dal lato della domanda, per sviluppare la produttività e dare più stabilità all'economia e alle finanze pubbliche. Le aree in cui le riforme strutturali sono particolarmente necessarie rimangono la pubblica amministrazione, le pensioni, la sanità, unitamente alla liberalizzazione dei settori protetti dell'economia e ad una maggiore flessibilità del mercato del lavoro.
Le elezioni, afferma S&P, hanno anche portato ad un evidente riduzione del numero di partiti politici rappresentati in Parlamento. Questo cambiamento strutturale, insieme alla prospettata riforma elettorale, potrebbe migliorare la stabilità politica e ridurre l'elevato turnover dell'esecutivo.
Comunque, se da un lato la capacità della nuova coalizione di approvare urgentemente le riforme necessarie è superiore a quella del precedente Governo, dall'altro lato la sua volontà di liberalizzare l'economia italiana e di ridurre il debito pubblico, estremamente elevato, è opinabile.
Durante la campagna elettorale il governo di centro-destra ha promesso di incrementare la spesa destinata allo sviluppo delle infrastrutture e di elevare le pensioni minime, le quali dovrebbero essere finanziate da una maggiore lotta all'evasione e da un incremento del prodotto interno lordo, a seguito di una riduzione del carico fiscale.
Politiche similari nel precedente governo Berlusconi, avverte l'agenzia di rating, avevano portato ad un peggioramento delle finanze pubbliche, caratterizzate da un elevato e crescente deficit e solo da una modestissima riduzione del debito pubblico, stimato essere intorno al 105% del PIL nel 2008.
Nell'aprile 2006 Berlusconi perse le elezioni e alla fine dello stesso anno il rating della Repubblica Italiana fu abbassato anche perchè Standard & Poor's valutò la legge finanziaria presentata dalla coalizione di centro-sinistra insufficiente per affrontare le problematiche strutturali di natura economica e fiscale dell'Italia.

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