Gli exit poll che danno il testa a testa sono accolti con cautela, dopo le prime quattro proiezioni il Partito democratico intravede la sconfitta. «Bisogna essere prudenti – osserva Nicola La Torre vicecapogruppo del Pd al Senato – una valutazione politica seria si potrà fare solo di fronte a un quadro completo. Certo, i dati delle proiezioni sono peggio degli exit poll». Ermete Realacci, responsabile della comunicazione è più esplicito: «Aspettiamo i dati definitivi, ma apparentemente i dati segnalano un distacco notevole difficile da colmare». Realacci parla di «grosso recupero anche rispetto alle elezioni precedenti, non però sufficiente per governare».
Prima di loro Alfredo Reichlin, storico dirigente della sinistra ammette: «Molto probabilmente vince la destra». Lo preoccupa il successo della Lega: «dimostra che il distacco dalle istituzioni é molto forte». Conclude: «Il Partito democratico resta l'unica forza riformista in campo».
Barbara Pollastrini, ministro dimissionario delle Pari opportunità, dice che comunque vada far nascere il Partito democratico è stata «la scelta giusta», quella che «ha un valore nel futuro».
Per Vittoria Franco, candidata Democratica al Senato, «il dato negativo» è non aver sfondato tra i moderati: «mi aspettavo una buona performance della Sinistra Arcobaleno. Così non è stato, e anche su questo dobbiamo fare una riflessione».
Dalla Sicilia, dove gli exit poll assegnano al leader dell'Mpa Raffaele Lombardo la presidenza della Regione, Giuseppe Lumia commenta: «Il progetto di innovazione del Pd consegna alla nazione la prima forza politica riformista. In Sicilia dovremo confermare il dato nazionale. Per quanto riguarda Anna Finocchiaro siamo moderatamente soddisfatti».