«Riforme subito, per rendere più efficiente la democrazia». Subito anche un Governo di opposizione, un Governo ombra, il cosiddetto shadow cabinet, con un numero di ministri coincidente a quello in carica, che su ogni questione sarà protagonista di una dialettica nei confronti della maggioranza. Walter Veltroni, all'indomani del verdetto del popolo sovrano che ha dato la vittoria al Cavaliere, dice che il dato elettorale è univoco, ma il Popolo della libertà pende verso la Lega. Rispetto al 2006, infatti, secondo le valutazioni del Pd, il Pdl arretra, rispetto alla Casa delle libertá, di oltre 880mila voti. Il che comporta una «differente configurazione della destra che sposta il suo asse verso la Lega Nord». Difficile, dice Veltroni, che con un peso specifico così forte della Lega, la coalizione possa arrivare alla fine della legislatura.
Il risultato conseguito dal Pd è importante e segna un incremento di voti rispetto alle elezioni del 2006. «Partivamo da una situazione difficile». Il Pd è cresciuto, ma non abbastanza per vincere. Nel responso delle urne ha pesato il giudizio nei confronti del Governo Prodi. Veltroni sottolinea come quasi tutti i partiti della coalizione uscente, a parte Pd e Italia dei valori, abbiano perso consenso in queste elezioni rispetto al 2006. Un limite, poi, l'assenza della sinistra in Parlamento, ma è positivo, dice Veltroni, il fatto che non ci sia più un Parlamento con decine di gruppi parlamentari. Un cambiamento, sottolinea, «frutto dell'iniziativa che abbiamo assunto e che ha cambiato completamente la geografia politica del paese».
«Noi faremo invece un'opposizione repubblicana nel senso che verificheremo che la maggioranza rispetti i principi contenuti nella lettera inviata a Silvio Berlusconi in campagna elettorale». L'opposizione del Pd, dice Veltroni, considererà «ogni promessa fatta in campagna elettorale un impegno che sarà da noi vigilato per i cittadini. È legittimo verificare che le cose su cui ci si é impegnati siano realizzate. La nostra sarà un'opposizione molto determinata dal punto di vista programnmatico».
E le prime dichiarazioni del Cavaliere non sono piaciute a Veltroni. «Sono rimasto negativamente colpito dalle dichiarazioni del leader del Popolo delle Libertà», parole che non rappresentano «un buon inizio». Riferendosi alle dichiarazioni di Silvio Berlusconi a proposito dei presidenti di Camera e Senato che «andranno alla maggioranza» e poi «un certo tono nei confronti delle altre forze politiche, non parlo soltanto di noi, ma delle altre forze sia quelle che sono entrate in Parlamento sia quelle che ne sono rimaste fuori». Giorno dell'analisi e della riflessione oggi per il Pd: nella mattinata riunione con lo staff, nel primo pomeriggio incontro con i big del partito per una riflessione sul voto. Poi alle 17 la conferenza stampa nella sala elettorale di via San Teodoro.