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Di Pietro contro Napolitano. Il Quirinale: «Espressioni offensive»

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28 novembre 2008


Botta e risposta tra Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori, e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Tutto è iniziato in mattinata, durante la seconda giornata di protesta contro la riforma della giustizia del governo, organizzata da Antonio Di Pietro. Presenti i sostenitori storici della sua causa, da Beppe Grillo a Marco Travaglio. A un certo punto si è alzata una serie di fischi contro il Presidente della Repubblica. A causare la reazione della folla è stato la rimozione di uno striscione su cui era scritto: «Napolitano dorme, l'Italia insorge». Dal palco, Antonio Di Pietro ha stigmatizzato la rimozione dello striscione e si è rivolto direttamente a Napolitano: «Lei dovrebbe essere l'arbitro, a volte il suo giudizio ci appare poco da arbitro e poco da terzi», ha detto. «Noi la rispettiamo - ha assicurato il leader Idv - ma lo possiamo dire o no, rispettosamente, che non siamo d'accordo che si lasci passare il Lodo Alfano, che non siamo d'accordo nel vedere i terroristi che fanno i sapientoni mentre le vittime vengono dimenticate?». «Il silenzio è mafioso e per questo non voglio rimanere in silenzio», ha insistito Di Pietro. E di nuovo rivolto al Presidente della Repubblica, ha aggiunto: «Dica che i mercanti devono andare fuori dal tempio, dal Parlamento e noi lo approveremo».

La risposta del Quirinale. La presidenza della Repubblica è totalmente estranea alla vicenda dello striscione nella manifestazione svoltasi oggi in Piazza Farnese a Roma a cui fa riferimento l'onorevole Di Pietro, recita una nota diffusa dall'ufficio stampa del Quirinale che definisce «del tutto pretestuose» e comunque da considerare «offensive» le espressioni usate dal leader dell'Italia dei Valori per contestare «i presunti silenzì del capo dello Stato, le cui prese di posizione avvengono nella scrupolosa osservanza delle prerogative che la Costituzione gli attribuisce».

Di Pietro: «Amareggiato». «Mi amareggia molto - dice in una nota il leader dell'Italia dei Valori riferendosi alla nota del Quirinale - per l'oggettiva disinformazione che contiene e perché mi mette in bocca ciò che non ho detto». «Ho detto e ribadisco che, a mio avviso, è stato ingiusto e ingiustificato non avere permesso ad alcuni manifestanti di tenere esposto uno striscione non offensivo, ma di critica politica». «In democrazia - prosegue Di Pietro - deve essere permesso a tutti di avanzare critiche e dissensi. Non ho mai detto che a far togliere lo striscione fosse stata la Presidenza della Repubblica, e non ho mai offeso, né inteso offendere, il Capo dello Stato quando ho ricordato pubblicamente che il silenzio uccide come la mafia, giacché non è a lui che mi riferivo, ma a chi vuole mettere la museruola ai magistrati che indagano sui potenti di Stato».

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