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Rifiuti, in Campania al via il Consorzio Unico

di Vera Viola

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15 gennaio 2009
Rifiuti alla periferia di Napoli (Archivio Ansa)
La relazione sul Consorzio Unico

Nei corridoi degli uffici del sottosegretario all'emergenza rifiuti a Napoli dicono che a fine 2008 è successo un miracolo: per la prima volta nella lunga storia della munnezza campana è stata rispettata una data fissata come termine dei lavori. Eppure, si trattava di una questione non poco spinosa, come la riorganizzazione del Consorzio Unico di bacino di Napoli e Caserta: i consorzi di bacino sciolti con legge il 23 maggio scorso, sono sostituiti da un Gestore unico, in attesa che vengano costituite le società provinciali per la gestione dei rifiuti. Ebbene, la gestione unica per sette mesi è stata commissariata e il 29 dicembre scorso è stata affidata a una propria governance: in un clima politicamente infuocato è stato eletto presidente della struttura il sindaco di Villa Literno, Enrico Fabozzi.

L'operazione è molto più importante di quanto si possa pensare: essa rappresenta una pietra miliare nella riorganizzazione del sistema di raccolta e smaltimento rifiuti in Campania. E mette le mani su quell'enorme "bubbone" chiamato consorzi di bacino: debiti e crediti lievitati fino a oltre 200 milioni,organici straripanti di persone, molte delle quali è acclarato che non lavoravano, tra cui oggi si contano oltre 551 esuberi, automezzi non riparati e quasi mai utilizzati, mansioni affidate a società terze con ulteriore lievitazione di costi e di organici, contabilità non fatte o non certificate, infiltrazioni della camorra. Di ciò in passato aveva scritto la Commissione parlamentare d'inchieta sul ciclo dei rifiuti. Se ne è occupata la Magistratura, la Corte dei conti e ispettori del ministero del Tesoro.

Oggi il mondo dei consorzi di Napoli e Caserta è minuziosamente svelato nella Relazione sullo stato di attuazione del Consorzio Unico scritta dal responsabile dell'intervento Alberto Stancanelli, direttore generale della Presidenza del Consiglio chiamato a Napoli da Guido Bertolaso. «In sette mesi abbiamo lavorato su otto consorzi – dice Stancanelli – abbiamo lavorato in condizioni difficili, con pochi appoggi esterni,. Abbiamo resettato il sistema dei consorzi dandogli una struttura e regole perchè possa operare in autonomia come in altre regioni. Insomma, si tratta del primo atto di un ritorno all'ordinario nella gestione dei rifiuti in Campania. Questa esperienza potrà essere replicato in tutta la regione». La relazione contiene una fotografia impietosa della realtà campana. La ricognizione svela che i consorzi erano in una situazione di «forte tensione finanziaria dovuta al mancato pagamento da parte dei Comuni delle quote di servizio, dai contratti di servizio stipulati sottocosto e dal forte indebitamento dell'ex gestione commissariale». Gli stessi consorzi in molti casi non avevano neanche «contabilità certe, spesso neanche validate dagli organi di amministrazione e controllo». Essi inoltre facevano «assunzioni non giustificate da reali esigenze . Ciò ha contribuito a determinare un esubero strutturale di personale».

A crediti per 186 milioni si contrappongono debiti per 125,5 milioni verso i fornitori. Il contenzioso sulla gestione precedente il 24 luglio 2008 è affidato a una struttura ad hoc.

Complessa, l'opera di ricostruzione. Per far fronte a una vera montagna di irregolarità e pendenze, il consorzio Unico ha potuto contare su un finanziamento di 15 milioni, impiegati per lo più per pagare il personale, riparare i mezzi al fine di consentire lo svolgimento del servizio. Inoltre, il Gestore Unico finora si è mosso su due direttrici: sono stati predisposti 28 piani di rientro che recupereranno 12 milioni e nominati Commissari ad acta in 64 Comuni per reperire altri 35 milioni. Oggi il consorzio unico occupa in totale 2.392 dipendenti, di cui 1.487 operano nella provincia di Caserta e 905 in quella di Napoli. Ma sono previsti 551 esuberi. Per essi è stata realizzata una ricognizione dei posti disponibili nei Comuni. È emerso – si legge nella Relazione – che «vi sono 711 posti disponibili nella provincia di Napoli e 405 in quella di Caserta».

Intanto, del Consorzio Unico è stata definita la struttura organizzativa articolata in tre aree. È stato predisposto lo Statuto, che fissa regole severe per garantire trasparenza, evitare infiltrazioni della malavita ed è ormai alle ultime battute il piano industriale.

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