Il Ministero degli esteri argentino ha convocato l'ambasciatore italiano, Stefano Ronca, per esprimere «la profonda preoccupazione» per le presunte frasi attribuite al premier Silvio Berlusconi sulla tragedia dei desaparecidos.
Nell'incontro avuto con il capo gabinetto del ministero Alberto D'Alotto, l'ambasciatore Ronca si è impegnato a verificare i fatti. Nel corso del colloquio, Ronca ha ricordato che da sempre i governi italiani, a prescindere dal loro orientamento, sono stati tra i più forti sostenitori delle attività delle associazioni argentine per la difesa dei diritti umani, sia sotto il profilo finanziario sia sotto quello accademico. Più di quelli di altri paesi, ha proseguito l'ambasciatore, i tribunali italiani hanno perseguito i responsabili dei crimini commessi negli anni della dittatura militare a Buenos Aires, infliggendo pesanti condanne, fino all'ergastolo.
Il Presidente del Consiglio durante un comizio a Cagliari per la campagna elettorale di Ugo Cappellacci aveva fatto una battuta parlando «del dittatore argentino che faceva fuori i suoi oppositori portandoli in aereo con un pallone, poi aprivano lo sportello e dicevano c'è una bella giornata, andate fuori un po' a giocare»...«che fa ridere ma è drammatico», aveva aggiunto il premier.
«Un attacco calunnioso e assolutamente ingiustificato, che provoca indignazione». È
questa la reazione di Palazzo Chigi alle «polemiche gonfiate su un finto caso Argentina», si legge in una nota diffusa dalla presidenza del Consiglio che fa riferimento ad un servizio del quotidiano "Clarin" in merito ad alcune affermazioni del presidente del Consiglio sui desaparecidos. «Le parole del Presidente del Consiglio sono state, infatti, completamente stravolte e addirittura rovesciate, quando era chiarissimo che egli stava sottolineando la brutalità dei "voli della morte" messi in opera dalla dittatura argentina di quel tempo», conclude la nota.