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Sicurezza: Governo battuto tre volte sugli immigrati

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4 febbraio 2009

Carcere più duro per i mafiosi, arresti domiciliari vietati per gli stupratori, gratuito patrocinio per le vittime di violenze sessuali ma non per quelle di incidenti sul lavoro.
Ma soprattutto nuove norme per gli immigrati: per un soffio, un pari e qualche astenuto che al Senato vale come voto contrario, non passa la proposta del Pd di sopprimere la tassa sui permessi di soggiorno per gli immigrati. Torna la norma della Bossi-Fini: gli stranieri irregolari non potranno essere trattenuti nei Centri di identificazione per un periodo superiore ai 60 giorni. L'Aula di palazzo Madama ha infatti approvato l'emendamento dell'opposizione che abroga la norma della maggioranza che portava a 18 mesi il periodo massimo di permanenza.Sono queste le novità di una giornata di votazioni in Senato sugli emendamenti al ddl sicurezza che dovrebbe essere approvato domani in tarda mattina per passare poi al vaglio della Camera.

Sull'articolo 39, il più controverso che prevede la stretta sugli immigrati (tassa di soggiorno, tempi di permanenza nei Cpt, possibilità per i medici di pronto soccorso di segnalare i clandestini, test di italiano per stranieri, norme sulle espulsioni), la maggioranza va sotto tre volte. E pare che in questo sia stato determinante l'apporto di una piccola pattuglia di senatori di Forza Italia non concordi con i colleghi della Lega Nord, principale artefice delle norme sugli immigrati. Un evidente «segnale di malessere nella maggioranza» secondo la presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro. «Le norme xenofobe volute dalla Lega non piacciono neppure agli alleati», afferma Felice Belisario dell'Idv.
Il presidente del gruppo Pdl, Maurizio Gasparri, ha convocato una riunione con i senatori del partito per sollecitare i colleghi ad essere presenti in Aula e a serrare le fila affinché non avvengano episodi come quelli che si sono verificati oggi, con il Governo battuto e l'accoglimento di tre emendamenti dell'opposizione.

Palazzo Madama ha bocciato la proposta di aumentare a 18 mesi il periodo massimo di permanenza nei Centri di identificazione ed espulsione (comma l); quella di condizionare il rilascio del titolo di soggiorno per ricongiungimento familiare al regolare soggiorno ininterrotto per almeno 5 anni degli immigrati presenti in Italia (comma i); e quella relativa al permesso di soggiorno per motivi diversi da lavoro autonomo (comma n).

Con convinzione e sostanzialmente all'unanimità (5 i contrari e 14 gli astenuti) l'Aula ha votato l'inasprimento del carcere duro per i mafiosi, il cosiddetto 41 bis. La convergenza bipartisan è stata particolarmente apprezzata dal presidente del Senato Renato Schifani secondo il quale si tratta «di un segnale positivo e di forte maturità» dato dall'assemblea del Senato nel segno dell'unità nella lotta alla criminalità organizzata. Questo tema, ha osservato Schifani, «non può essere bandiera di divisione, non può essere momento di contrasto tra maggioranza e opposizione».

Il confronto tra maggioranza e opposizione si è fatto serrato sul tema delle violenze sessuali: è stato accolto l'emendamento della Lega Nord che prevede l'assenza del beneficio della custodia domiciliare per gli stupratori. Il Pd ha votato a favore, ma con molti dissensi all'interno del gruppo perchè, come ha spiegato la stessa presidente dei senatori Anna Finocchiaro, «dobbiamo essere legislatori attenti e non vogliamo scambiare la custodia preventiva in carcere con la pena che arriva alla fine di un processo veloce e giusto». Insomma la maggioranza è stata accusata di «fare demagogia» e di «legiferare in modo emotivo». Accuse che erano state puntualmente arginate in mattinata dal ministro per le Riforme Umberto Bossi per il quale «è il Pd a fare gli spot elettorali, la gente è stanca e non ne può più». «Voglio vedere - ha aggiunto il leader leghista - se chiedessero a un padre che ha avuto una figlia vittima di uno stupro cosa pensa di fare. Se non c'è la legge la gente pensa di farsi giustizia da sola».
Stessa musica per l'emendamento del Carroccio che prevede la possibilità per i medici di pronto soccorso di segnalare alle forze di polizia gli immigrati clandestini. «In Italia - ha attaccato Bossi - sono gli italiani che stanno diventando i clandestini. Chi va al pronto soccorso deve dare le proprie generalità ed esibire un documento. Non si capisce perché non debbano farlo anche gli immigrati». E il capogruppo Federico Bricolo ha tuonato: «Con questa legge diciamo basta al buonismo e
contrastiamo duramente l'immigrazione clandestina e la criminalità».

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