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Veltroni: «Vergognoso e razzista l'emedamento leghista»

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5 febbraio 2009

«È vergognoso e razzista l'emendamento della Lega al ddl sicurezza che consente ai medici di denunciare i clandestini, approvato oggi dal Senato». Lo dice il segretario del Pd, Walter Veltroni, che ha parlato a margine di una visita alla sede di Siena della Novartis.
«L'idea di creare le condizioni per le quali persone che sono ammalate abbiano paura di farsi curare è un'idea inumana, è un'idea che meriterebbe una risposta, da parte di tutti coloro i quali hanno a cuore la vita, molto forte e determinata».
Per il leader Democratico si tratta di «un'idea sostanzialmente razzista: per me è del tutto inaccettabile. Una cosa è governare i flussi migratori, una cosa è distinguere tra coloro che vengono a lavorare qui per la loro famiglia e per se stessi, e coloro che vengono per delinquere; un'altra cosa è stabilire norme che sono improntate ad uno spirito di carattere razzista - ha concluso Veltroni - e che come tale la nostra cultura, perlomeno la cultura di gente come noi, non accetta».

Sdegno anche dalla Conferenza Episcopale Italia. Domenico Segalini, vescovo di Palestrina e Segretario della commissione Cei per le migrazioni, sottolinea: «alla Chiesa competerá sempre di aiutare le persone in pericolo di vita. Le leggi sono votate secondo le regole della democrazia, ma noi continueremo ad aiutare poveri immigrati non regolari». Tuttavia anche su questa materia, secondo mons. Segalini è possibile «riaprire un dialogo con lo Stato per raggiungere una mediazione».
«Il mio cuore di pastore -ha affermato ancora mons. Segalini- mi dice di aiutare chi è in difficoltá e non sono obbligato a denunciare nessuno». Così «le indicazioni che daremo alle realtá di base sono quelle del rispetto delle leggi ma al di sopra di tutto c'è il rispetto della salute», «continueremo a mettere al caldo i barboni» ha aggiunto. Quindi, ha spiegato il responsabile Cei per l'immigrazione, bisogna valutare in questo specifico frangente «oltre le strettezze delle leggi le capacitá del cristiano». È grave, ha rilevato mons. Segalini, che una persona in pericolo di vita «non vada a farsi assistere per paura di essere denunciato». In quanto a ciò che sceglieranno di fare i medici, mons. Segalini ha osservato che «i medici aiutano le persone che soffrono» non so come faranno in questa situazione «a difendere la loro professionalitá»; «compito di un medico è quello di assistere chi soffre senza guardare alla religione, al colore della pelle o se è un condannato a morte».

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