Vita dura per i "pianisti", con il vizietto di votare anche per il compagno di banco assente. È partita questa mattina alla Camera la raccolta di impronte digitali dei deputati, utili all'avvio del nuovo sistema di voto anti-pianisti. In pratica il sistema di voto di Montecitorio sarà dotato di un apparecchio biometrico capace di leggere le impronte. I dati biometrici saranno contenuti nel microchip della tessera parlamentare per rendere impossibile il voto per il collega assente. La postazione del parlamentare sarà abilitata al voto solo dopo l'inserimento della tessera contenente i dati delle impronte e potrà essere attivata unicamente dall'impronta del parlamentare. Dopo la sostituzione dei terminali d'aula e il completamento della produzione delle tessere, fino al 6 marzo saranno rilasciate le card con la registrazione dei dati biometrici del parlamentare. Dal 2 al 7 marzo è fissato il periodo di prova del nuovo sistema, a cui parteciperanno, secondo quanto detto dal fautore numero uno del nuovo sistema, il presidente della Camera Gianfranco Fini, anche i giornalisti parlamentari. Dal 9 marzo il nuovo meccanismo di voto prenderá il via. Fini sull'argomento è stato chiaro: «L'atto dei pianisti è censurabile e immorale».
Pienamente d'accordo anche l'opposizione. «Il presidente Fini ha fatto una scelta giusta», ha commentato questa mattina Enrico Gasbarra (Pd). Il primo a presentarsi all'ufficio della Camera per il rilevamento é stato il deputato del Pd, Roberto Giachetti, segretario d'aula del gruppo. Dopo aver richiesto per anni il controllo sulle votazioni alla presidenza della Camera, Giachetti si è detto soddisfatto perché «da adesso in poi non dovrà più sollecitare attenzione su questo tema, ammesso che anche tutti gli altri colleghi aderiscano al rilascio delle impronte». Anche per Massimo Donadi, capogruppo Idv alla Camera, «l'attivazione del sistema di rilevazione delle impronte alla Camera è una vittoria per chi, come noi, ha denunciato lo scandalo dei pianisti». (N.Co.)
