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Fini: «Preoccupante il contrasto
con il Capo dello Stato»

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6 febbraio 2009

La scelta del Governo di interrompere lo stop all'alimentazione di Eluana Englaro per decreto provoca immediate reazioni da parte del mondo politico e della società civile. Tra le più rilevanti c'è sicuramente quella Gianfranco Fini. «Desta forte preoccupazione - afferma in una nota il Presidente della Camera - che il Consiglio dei Ministri non abbia accolto l'invito del capo dello Stato, ampiamente motivato sotto il profilo costituzionale e giuridico, ad evitare un contrasto formale in materia di decretazione d'urgenza». La scelta del Governo da il via a reazioni molto dure da parte dell'opposizione che critica, sia la decisione nel merito che la scelta di non tener conto dei rilievi del Capo dello Stato.

Veltroni: «È scontro istituzionale»
«Credo che il presidente del Consiglio voglia deliberatamente creare un incidente istituzionale» ha detto il segretario del Pd, Walter Veltroni. «Io credo che in questa vicenda - aggiunge - il merito c'entri poco ma si tratti di un'intenzione politica». Per Veltroni quello di Berlusconi è «un comportamento totalmente irresponsabile. «Si vuole creare - dice - un conflitto istituzionale ed io ritengo che ci sia un interesse politico». Questo «deve essere respinto da tutte le forze democratiche e anche da quelle della maggioranza. Oggi è un momento molto grave che non ha precedenti nella storia recente». Pesante l'accusa poi del vicepresidente affari costituzionali della Camera. «Berlusconi sta usando Eluana unicamente per cercare un conflitto con il capo dello stato e con la magistratura» ha detto l'ex presidente Rai Roberto Zaccaria.

Ferrero (Prc): «Italia come lo stato degli ayatollah»
Dura la reazione del segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero. «Il tentativo del governo - afferma in una nota il leader Prc - di impedire l'attuazione della sentenza Englaro e dunque di riuscere a porre fine a una odissea che va avanti da ben diciassette anni attraverso un decreto legge è semplicemente delirante. Sembra di vivere nello Stato degli ayatollah.

L'Udc si schiera con il Governo
Pier Ferdinando Casini, sul caso di Eluana Englaro, ha detto di rispettare «profondamente le considerazioni del Capo dello Stato che con grande scrupolo istituzionale svolge il suo ruolo. Ma - ha aggiunto - debbo dire che in questa circostanza condivido pienamente la scelta del Governo di procedere con un decreto legge: il diritto alla vita non può dividere gli italiani e non può dividere le forze politiche». La Lega, per bocca del sottosegretario Catelli invita a «fare in fretta» sull'approvazione della legge. «Per salvare Eluana occorre votare rapidissimamente il disegno di legge che il Governo vorrà presentare. Altrimenti tutto sarà inutile e vincerà chi vuole cancellare la sua vita. Speriamo - aggiunge - che nessuno di coloro i quali hanno il potere di stabilire il calendario dei lavori parlamentari (il riferimento è al presidente della Camera Fini) si opponga a questa inderogabile necessità».

Il Vaticano: «Delusi da Napolitano»
«Sono costernato che in tutte queste diatribe politiche si ammazzi una persona» e «sono profondamente deluso» dalla decisione del presidente della Repubblica, Giorgio Napolutano, di non firmare il decreto che avrebbe imposto lo stop all'alimentazione e idratazione a
Eluana Englaro. È quanto ha affermato all'ANSA il card. Renato Raffaele Martino, presidente del pontificio consiglio Giustizia e Pace.

Il costituzionalista Anais: «Oltraggio al Capo dello Stato»
Diversi anche i pareri di esperti del diritto sullo scontro istituzionale venuto a crearsi tra Palazzo Chigi e il Colle. «Non voglio entrare nelle decisioni che prenderà il Capo dello Stato, anche se mi sembrerebbe strano se decidesse di emanare il decreto» ha detto il costituzionalista Michele Ainis, intervistato da Radio Radicale. «Il Governo può varare decreti legge - dice - che però devono essere emanati dal Presidente della Repubblica. Avvengono normalmente dei contatti informali, e questi contatti sono avvenuti, anzi sono stati anche rivelati, e nonostante una serie di perplessità, a mio avviso più che fondate, siano state avanzate dal Capo dello Stato, il governo vara un decreto. Quel che si legge ad occhio nudo, in questa vicenda, è che il conflitto degenera in rissa, e la rissa ha quasi il sapore di un oltraggio. Qui siamo oltre le parole pronunciate da Di Pietro sul Capo dello Stato, ci sono degli atti, dei fatti», ha concluso Ainis.

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