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Incassi al top ma con il trucco

di Francesca Milano e Gianni Trovati

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9 Febbraio 2009

Sulle vette degli incassi comunali da multe è arrivata la tempesta. L'ultimo tuono è scoppiato con l'inchiesta sui T-Red, lo spauracchio dei semafori, che ha colpito duro proprio nei Comuni in testa alle classifiche pubblicate negli ultimi anni dal Sole 24 Ore. E dove non sono arrivati Carabinieri e Guardia di finanza, ci hanno pensato i comitati spontanei di cittadini, e in qualche caso anche i Prefetti, a rimettere in riga le amministrazioni che avevano corso troppo sulla strada delle multe.
La bordata dei Carabinieri, sotto forma di sequestro degli apparecchi ai semafori e dei relativi introiti per i Comuni e le società installatrici, è arrivata a Comabbio (primo nella classifica degli introiti quest'anno, terzo l'anno scorso), a Villanova Biellese (leader l'anno scorso, secondo quest'anno) e a Travedona-Monate (non in classifica, dopo il quinto posto di dodici mesi fa). Se i giudici decideranno che le macchine non erano omologate, dovranno scattare i rimborsi che svuoteranno i bilanci con la stessa rapidità con cui il T-Red li aveva riempiti. Nel biellese il semaforo "intelligente" (che a Gaglianico, alle porte del capoluogo, ha portato anche il capo dei vigili urbani nel registro degli indagati) è solo uno dei protagonisti della saga-multe, che in provincia scalda gli animi più di una finale di calcio: migliaia di faldoni hanno inondato gli uffici del giudice di pace, che due volte su tre dà ragione ai multati, e dopo l'inchiesta del Sole 24 Ore dell'anno scorso (25 febbraio 2008) è sceso in campo anche il Prefetto, richiamando i Comuni al rispetto delle norme sulle autorizzazioni e sulla presenza di pattuglie a fianco degli autovelox fuori dai centri urbani. Un modo come un altro per frenare la fantasia di qualche amministratore locale, che in terra biellese in passato ha partorito anche il «Pandavelox»: una Fiat Panda verdina, apparentemente sonnacchiosa tra la statale e le risaie ma in realtà attivissima a sfornare contravvenzioni, che in seguito ha avuto anche qualche emulo qua e là per il Nord Italia.
Nemmeno in riva al lago di Varese, dove Comabbio e Travedona-Monate hanno tentato la scalata alla ricchezza a suon di flash, il T-Red è l'unico ingrediente. La battaglia sulla statale 629 si era già accesa sugli autovelox "nascosti", che avevano portato Comabbio e vicini fino al Senato in un'interrogazione parlamentare al Viminale. A inizio 2007 il braccio di ferro tra i consumatori plurimultati e le amministrazioni locali ha partorito una serie di cartelli che avvertono gli automobilisti degli obiettivi puntati su di loro, ma il livello degli accertamenti non sembra aver sofferto del tramonto dell'effetto-sorpresa (si veda la tabella a fianco). Così come non sembra essersi spento l'impegno del Comune di Comabbio, che ha aperto un bando per l'outsourcing integrale delle contravvenzioni e della loro riscossione. Base d'asta a 700mila euro per 36 mesi, poco meno di quanto il Comune nello stesso periodo incassa di Ici, Irpef, Tarsu e altri tributi.
Non tutti i sindaci, comunque, fremono dalla voglia di fotografare gli automobilisti. A Cagliari, per esempio, hanno atteso talmente a lungo che il Comune è dovuto intervenire più volte per "rassicurare" sul fatto che prima o poi i nuovi apparecchi e le telecamere per la Ztl entreranno davvero in funzione. Motivo dell'attesa infinita? L'effetto «Las Plassas», dicono i comunicati del Comune, cioè il terrore di ripetere l'esperienza del Medio Campidano decollato di colpo nell'empireo nazionale degli accertamenti, ma altrettanto rapidamente sprofondato nell'abisso di quasi 3mila sconfitte legali, dieci volte tanto i nemmeno 300 abitanti del paese. Per consegnare le notifiche di accoglimento sarà convocata nelle prossime settimane addirittura un'assemlea, una sorta di rito collettivo in onore del Codice della strada, che permette l'autovelox automatico solo nelle strade con spartitraffico centrale.
La gloria dei bilanci costruita a suon di multe, insomma, sembra piuttosto precaria. O almeno lo sperano gli automobilisti del comitato «Pro-Tignina», intenzionati a far scendere drasticamente in classifica il Comune di San Giovanni Lipioni (Chieti). Riunitisi a inizio febbraio in un'area di servizio, hanno deciso di imboccare anche loro la via del ricorso e di garantire il sostegno legale gratuito a gli automobilisti con un reddito inferiore ai 20mila euro che hanno preso una multa viaggiando al di sotto dei 90 chilometri orari.

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