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Gabriel, l'hacker romeno dal carcere all'intelligence

di Luca Salvioli

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25 febbraio 2009
Gabriel Bodgan Ionescu, 22 anni, è il ragazzo in mezzo alla foto, con felpa blu e nera
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Il suo prossimo datore di lavoro non ha paura a definirlo «un genio». Il professore che gli ha appena dato trenta e lode in «Elementi di informatica» dice che «è tra i migliori dieci studenti» che abbia mai avuto. I complimenti per Gabriel Bogdan Ionescu, giovane romeno di 22 anni, oggi si sprecano. Eppure dal 25 gennaio dell'anno scorso vive tra le mura del carcere Bassone di Como. Proprio perchè è un genio, ma il software con cui diversi mesi fa è riuscito a prosciugare i risparmi di diversi correntisti delle Poste Italiane gli è costata una condanna di tre anni e un mese per associazione a delinquere con l'aggravante della transnazionalità del reato.

Gabriel quattro mesi fa si è iscritto alla facoltà di Ingegneria del Politecnico di Milano. E' arrivato primo. Pochi giorni fa i primi esami, nella sede di Como. «Elementi di informatica»: trenta e lode. «Analisi matematica»: trenta. «E' andata peggio - scherza l'avvocato del giovane, Pierpaolo Livio - non ha preso la lode perchè ha risolto un algoritmo a mente saltando tutti i passaggi intermedi». «Ha svolto l'esame con grande brillantezza - sottolinea Pierluigi Della Vigna, il docente di Informatica del Politecnico di Milano che gli ha dato la lode -. Risponde con grande tranquillità. Si ferma, pensa e scrive. E' certamente nell'1% dei migliori studenti che ho avuto. Forse nell'1 per mille». E pensare che «è arrivato in Italia per caso, come conseguenza delle sue qualità, che non sempre ha utilizzato in maniera lecita».

Come nelle migliori storie il lieto fine sembra vicino. Dopo i brillanti risultati all'università e il passaparola delle Forze dell'Ordine hanno iniziato a farsi avanti le aziende. «Continuano ad arrivarmi richieste» continua l'avvocato. Su tutte ha però avuto la precedenza Waylog Intelligence. «Lavoriamo a stretto contatto con le Forze dell'Ordine perchè la nostra attività è realizzare soluzioni hardware e software che contrastino i crimini informatici - spiega Luca Ganzetti, direttore di Waylog - ci è arrivata voce di questo ragazzo. E' un autentico genio, non vogliamo farcelo sfuggire». Il ragazzo sarà impegnato su due fronti: da un lato aiuterà l'azienda a contrastare la pedopornografia online, dall'altro combatterà contro il phising online e la clonazione di carte di credito.

Gli hacker nell'Europa dell'Est sono una figura piuttosto diffusa. «Sono i primi della classe in questo tipo di crimini», aggiunge Ganzetti. Bulgaria, Romania e i paesi dell'ex Unione Sovietica combinano infatti una scolarità piuttosto intensa con pochi sbocchi professionali. I ragazzi studiano, si laureano e per far soldi trovano una scorciatoia nella criminalità informatica. Non solo. In questi Paesi c'è una carenza di norme in materia. Quando vanno a toccare le leggi di altri Paesi, come nel caso di Gabriel e della truffa a Poste Italiane, viene chiesta l'estradizione. Che però non sempre è facile da ottenere.

Il ragazzo nel suo Paese sta diventando una sorta di eroe nazionale. Solo che è in carcere. Deve scontare ancora due anni di pena. Deciderà il magistrato di sorveglianza, il prossimo 5 maggio, se farlo uscire concedendogli l'affidamento in prova. I padri comaschi hanno già offerto la loro accoglienza. E i tecnici di Waylog non vedono l'ora di celebrare il lieto fine della storia del giovane hacker che finì per combatterli.

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