«Lo Stato c'è. Oggi possiamo inaugurare il termovalorizzatore di Acerra perchè lo Stato è ritornato a fare lo Stato». Con queste parole il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha inaugurato ufficialmente il termovalorizzatore di Acerra, in una cerimonia alla presenza di centinaia di ospiti.
«Con i precedenti Governi della sinistra - ha commentato il premier - si intendevano come dimostrazioni di democrazia le azioni che minoranze organizzate facevano interrompendo un'autostrada, bloccando un aeroporto, occupando un'area per impedire la realizzazione di un impianto, cioè andando contro le decisioni assunte democraticamente da istituzioni dello Stato. La sinistra valutava queste azioni come espressioni di democrazia diretta. Noi la pensiamo esattamente al contrario, queste erano e sono azioni contro gli altri cittadini, contro le istituzioni e contro lo Stato, contro la vera democrazia».
Berlusconi ha poi ribadito che lo Stato sarà sempre presente e si è augurato che questa presenza possa far venire meno quell'avvelenamento delle menti e delle coscienze di chi ha avuto, probabilmente, degli interessi nel mancato avvio nel funzionamento del termovalorizzatore. Il premier ha aggiunto: «Questo pulsante è l'esempio pratico del cambiamento della situazione».
Dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, un riconoscimento all'operato di Impregilo, l'azienda che ha realizzato il termovalorizzatore di Acerra. «Gli uomini di Impregilo - ha detto il premier intervenendo dal palco - sono veri eroi che qualcuno ha cercato di ostacolare, ma hanno tenuto duro». I ritardi nella realizzazione dell'opera si erano infatti allungati anche a causa delle vicende giudiziarie che avevano coinvolto la stessa Impregilo. L'azienda nel giugno del 2007 aveva subito il sequestro di circa 750 milioni di euro e i suoi responsabili nello stesso anno si erano visti recapitare più di un avviso di garanzia per l'ipotesi di reato di truffa aggravata.
Contestualmente un gruppo di manifestanti in corteo ha espresso la propria contrarietà al progetto.
Due giovani, appartenenti al movimento politico "Per il bene comune", hanno sfilato tra i manifestanti, portando una piccola bara in cartone su una lettiga dello stesso materiale, annunciando «la morte della Campania» e della democrazia.
Alla manifestazione partecipano anche alcuni operai della Fiat auto di Pomigliano d'Arco. Il silenzio è stato interrotto da un gruppo di studenti al grido di «vergogna».