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Il voto anti-pianisti al test di Montecitorio

di Nicoletta Cottone

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4 marzo 2009

Prova d'orchestra per il nuovo sistema di votazione a Montecitorio in vigore dalla prossima settimana. Con i giornalisti parlamentari, onorevoli per un'ora. È stata, infatti, la stampa parlamentare a testare questa mattina il sistema basato sul riconoscimento delle impronte digitali, per porre fine al malcostume dei cosiddetti "pianisti", (video da La7) i deputati che votano per i loro colleghi assenti. Giornalisti, dunque, per la prima volta dall'altra parte della barricata: tante volte in tribuna con carta e penna, ora sugli scranni. In aula i giornalisti armeggiano con le tessere per il collaudo, ritirate nella mattinata dopo il deposito delle "minuzie" dei polpastrelli. È il presidente della Camera Gianfranco Fini a dare il via alla prova generale. L'onorevole d'ora in poi dovrà inserire la tessera e potrà votare solo per se stesso. «C'é la prova provata che è impossibile votare per un altro», ha detto il presidente della Camera, ricordando come la «guerra» ai "pianisti" sia stata dichiarata dall'ufficio di presidenza «all'unanimità».

Si vota sulla proposta di legge costituzionale dei colleghi Bongarrà e Conte, rispettivamente Ansa e Apcom: si chiede la riduzione del numero dei componenti della Camera dei deputati da 630 a 400. Subito è siparietto. Francesco Bongarrà illustra il provvedimento. Dagli scranni della Lega si alza la collega Tartarini che a nome dei "cronisti del Nord" e per combattere "Roma ladrona" chiede che si voti il suo emendamento per ridurre a 300 i deputati. Si vota. In alcune postazioni con difficoltà, anche se poi si è accertato che erano dipese più dall'imperizia dei colleghi che dalla farraginosità del meccanismo. Per votare, infatti, dopo aver inserito la scheda in una feritoia ad hoc, basta semplicemente appoggiare l'indice sinistro su un piccolo sensore e poi schiacciare i soliti bottoni con la mano destra per dire sì, no o per astenersi non appena il presidente dichiara aperta la votazione. Forse si dovrà tenere aperta la votazione qualche secondo in più, ma per il resto la tempistica non cambia visto che, secondo i dati forniti da Fini, nelle 2.667 votazioni effettuate è stato possibile arrivare a fare cinque votazioni in un minuto solo 12 volte. La media è di una votazione al minuto. In più, ha osservato sempre Fini, si guadagnerà tutto il tempo che di solito si perde a denunciare i "pianisti" dello schieramento opposto.

La grande maggioranza dei parlamentari, ha già rilasciato le cosiddette «minuzie», ma ci sarà tempo fino alle ore 18 di martedì 10 marzo per depositarle. Fini ha annunciato che sono al momento 19 i deputati «obiettori», che non hanno consegnato le impronte a fronte di 500 che hanno accettato l'innovazione. Due deputati «per ragioni fisiche» sono stati dispensati. Gli «obiettori» (fra loro ci sono il leghista Matteo Brigandì ed il segretario del Pri Francesco Nucara) potranno votare con il vecchio sistema, ma i loro nomi saranno resi pubblici. Manca all'appello anche il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. «Sono convinto – ha sottolineato il presidente Fini - che i ritardatari provvederanno, d'altronde in Italia siamo abituati a fare le cose all'ultimo minuto». Vedremo, ha detto Fini, quale sarà il numero di coloro che preferiscono utilizzare il vecchio sistema di voto, cosa ampiamente prevista. «Ma sarà comunque impossibile, se il loro numero sarà effettivamente ridotto, che prosegua questo malcostume dei "pianisti"».

«La Camera approva la riduzione a 300 del numero dei deputati». Si chiude così la seduta di prova del sistema. Peccato, però, che non siano stati i parlamentari a diminuire il numero degli scranni di palazzo Montecitorio,


In diretta dalla Camera dei deputati il test dei giornalisti parlamentari sul nuovo sistema di voto. In aula a votare per il Sole 24 Ore Nicoletta Cottone.


La fase di deposito delle "minuzie" è molto veloce. Basta poggiare l'indice sul dispay e il computer acquisisce i punti caratteristici dell'impronta. Una operazione di pochi secondi. A chi pensava di imbrattarsi le mani di nero il funzionario addetto risponde sorridendo «Tutta colpa dei telefilm americani»
Per esercitarsi al voto dietro la Sala della Regina a Montecitorio c'è un simulatore. La prima operazione è quella di inserire la tessera, la seconda è quella di farsi riconoscere dal sistema, ponendo l'indice sul display del rilevatore che si trova alla sinistra del terminale di voto
Siamo alla fase finale della simulazione . Per esprimere il proprio voto è necessario infilare la mano in una feritoria e premere i tasti all'interno. Sull'indicatore luminoso di voto compare una luce bianca se ci si astiene, verde se si approva, rosso se si vuole dare un voto negativo. Siamo pronti per il voto in aula
Ecco l'aula: onorevole per un'ora. Una prova che resterà negli annali della stampa parlamentare. Guardare l'aula da questo punto di osservazione suscita emozione in chi è abituato a lavorare dall'altra parte della barricata. Tante volte in tribuna con carta e penna e ora tra gli scranni dell'aula. L'atmosfera è quella del primo giorno di scuola. «Il divieto di suonare il piano è una sfida», dice il presidente della Camera Gianfranco Fini, illustrando il nuovo sistema di voto con impronte. Poi invita gli onorevoli giornalisti a prendere posto. Inizia la seduta.
Si passa all'illustrazione del provvedimento da votare. I colleghi Bongarrà e Conte, rispettivamente Ansa e Apcom, presentano una proposta di legge costituzionale: si chiede la riduzione del numero dei componenti della Camera dei deputati da 630 a 400. Siparietto: Bongarrà illustra il provvedimento. Dagli scranni della Lega si alza la collega Tartarini che a nome dei "cronisti del Nord" e per combattere "Roma ladrona" chiede che si voti il suo emendamento per ridurre a 300 i deputati.
Si vota. La tessera assegnata alla cronista del Sole ha il numero 98. Per gli onorevoli sul dispay comparirà nome e cognome. Dopo aver inserito la tessera, quando il presidente dichiara aperta la votazione, si mette l'indice sul display sulla sinistra dello scranno che rileva le minuzie dell'impronta digitale. Compare la scritta "abilitato a votare". A quel punto per esprimere il voto si preme all'interno della feritoia del terminale il tasto prescelto fra favorevole (verde), contrario (rosso) e astenuto (bianco). Voilà, è fatta.
Ecco il voto, nella fase di riconoscimento dell'impronta. Dopo l'emendamento Tartarini, anche la proposta di legge Bongarrà-Conte ha il via libera dall'aula. «La Camera approva la riduzione a 300 del numero dei deputati», dice il presidente Fini. Si chiude così la seduta di prova del sistema. Peccato, però, che non siano stati i parlamentari a diminuire il numero degli scranni di palazzo Montecitorio.
4 marzo 2009
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