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Cinque minuti per la prima votazione digitale alla Camera

di Nicoletta Cottone

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10 marzo 2009

Cinque minuti per la prima votazione con il sistema a prova di pianisti, attivato dall'impronta digitale del parlamentare. Il battesimo in aula alla Camera del voto digitale si è tenuto con una votazione sulla mozione relativa alle iniziative per il rispetto dei diritti umani e delle libertà democratiche in Tibet. Prima del voto, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha ricordato, scusandosi «dell'atteggiamento pedagogico», le modalità per votare. Fini ha anche ricordato che a 13 deputati la presidenza ha permesso di votare con il vecchio sistema «per particolari difficoltà tecniche nel rilevamento delle minuzie».

Aperta la votazione, tutti i deputati hanno fatto riconoscere l'impronta dal rilevatore. Pochi gli onorevoli in difficoltà: tra questi Pier Ferdinando Casini dell'Udc e Raffaello Vignali del Pdl. Qualche difficoltà in più per Amato Berardi, deputato del Pdl eletto all'estero: solo dopo qualche minuto la sua postazione si è attivata, e Berardi si è girato con il pollice in su verso la tribuna stampa dicendo in inglese «Ce l'ho fatta». Richiamati dalla presidenza anche Enzo Raisi e Giovanni Paladini (Idv). Fini è stato l'unico a mantenere la calma nella tensione generale. Poi la votazione si è chiusa, con un voto unanime a favore della mozione sul Tibet. Su 541 presenti, i votanti sono stati 538, tre gli astenuti, 538 i favorevoli. Tempi da migliorare (5 minuti al posto di un minuto circa con il vecchio sistema), qualche mugugno, ma il nuovo metodo anti-pianisti è andato in porto. «Tutti sanno - ha detto al termine Fini - che la Costituzione dice che ogni parlamentare rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato. Nessuno è stato obbligato ad essere deputato della Repubblica. Deve essere un onore più che un onere servire la Nazione; il che comporta la necessità di essere presenti e di votare unicamente per se stessi».

Le nuove tessere ritirate per votare con il sistema che prevede la rilevazione delle impronte digitali per attivare la postazione sono in totale 613: di queste 18 non contengono le «minuzie». Sette deputati sono stati esentati per «cause tecniche». Non sono state ancora ritirate dieci tessere. È stato deciso che nelle postazioni del comitato dei nove e in quelle dei segretari d'aula dei singoli gruppi parlamentari si voterà ancora con il vecchio sistema, quindi senza impronte digitali, per consentire a chi occupa quei posti di dare al gruppo di appartenenza l'indicazione di voto.

10 marzo 2009
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