«I giornali non moriranno e il bisogno di informazione ci sarà sempre». Parola di Marco Benedetto. L'ex amministratore delegato dell'Espresso (oggi ne è vicepresidente) in vista del debutto della sua nuova avventura "Blitz" - il quotidiano on-line, che lui meglio definisce "aggregatore di notizie"- ha rilasciato una lunga intervista a Paolo Madron che appare sul Sole 24 Ore in edicola domenica. Benedetto ricostruisce gli anni recenti della nostra editoria, guardando anche allo scenario prossimo venturo, senza risparmiare nessuno.
Una gustosa rassegna sugli attuali protagonisti della carta stampata e sui compagni di viaggio della sua lunga carriera, fra cui Carlo Caracciolo, Giorgio Fattori, Giovanni Giovannini e poi Daniela Hamaui (per la quale confessa «un'adorazione»), Eugenio Scalfari, Giulio Anselmi («un carattere di m... ma ha fatto della Stampa un gran bel giornale», Concita de Gregorio. Senza trascurare ovviamente gli editori De Benedetti, Berlusconi («non ho mai creduto» che volesse prendersi Repubblica ma «avrebbe fatto fuori Caracciolo, non Scalfari»). Le cose buone? «"D" di Repubblica, il colore sul quotidiano e Linus alla radio». Gli errori? «Stendiamo un velo pietoso. L'inferno è la contemplazione per l'eternità delle cazzate fatte. Ho solo 64 anni, un po' presto per iniziare a contemplare».