La norma che consente ai medici di denunciare gli immigrati clandestini «non è ritenuta utile ai fini del contrasto all'immigrazione clandestina». La contestata disposizione, contenuta nel disegno di legge sulla sicurezza in discussione alla Camera, è stata giudicata così dal prefetto Mario Morcone, capo del Dipartimento delle Libertà civili e Immigrazione del Viminale, nel corso di un'audizione informale davanti alla commissione Giustizia della Camera.
Il prefetto Morcone, del resto, ha ricordato che nel testo originario del provvedimento governativo quella disposizione non c'era, ma è stata poi introdotta nel dibattito al Senato. Non solo: il capo del Dipartimento Libertà civili ha osservato che la norma sui medici, «al contrario, può indurre ad amplificare percorsi assistenziali sommersi di dubbia professionalità».
Il prefetto ha poi spiegato che sono in crescita le richieste di «matrimoni di comodo»: quelli tra un giovane immigrato, quasi sempre donna, e un italiano più anziano. Negli ultimi tre anni, infatti, sono aumentati costantemente i provvedimenti di inammissibilità delle richieste di matrimonio avanzate dai migranti e la maggioranza dei no è motivata dalla mancanza di un'effettiva convivenza tra i coniugi. Le richieste di matrimonio sono passate dalle 17.351 del 2006 alle 21.257 del 2007 fino alle 24.959 dell'anno scorso. Molti i casi di donne molto più giovani dei mariti: sono state 3.617, in particolare, quelle che nel 2008 hanno presentato richiesta avendo una differenza di età con il coniuge che va dai 16 ai 30 anni. E per altri 560 casi il divario di anni è stato da 31 fino a 50 anni in più.