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Tempi strettissimi nella partita del referendum

di Mariolina Sesto

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16 aprile 2009

Tempi strettissimi. La partita del referendum elettorale si gioca non solo sulla scacchiera della politica ma anche sulle date del calendario. Anche se la scelta della maggioranza sembra ormai irrevocabilmente caduta sull'abbinamento con i ballottaggi del 21 giugno, ecco in sintesi tutte le ipotesi in campo e le scadenze temporali da rispettare.

Ipotesi 21 giugno. Come per ogni elezione, il Governo dovrà approvare un decreto presidenziale di indizione dei comizi elettorali. Decreto che va pubblicato in Gazzetta ufficiale tra il 70° e il 50° giorno precedente le elezioni, cioè non oltre il 2 maggio. Questo serve a garantire almeno cinquanta giorni di campagna elettorale e di par condicio sulle televisioni. Occorrerà inoltre approvare una leggina "emergenziale" che sposti la data limite per celebrare il referendum dal 15 al 21 giugno. È neccessario varare il provvedimento entro l'inizio della campagna elettorale, quindi entro il 2 maggio. Per questo il Governo sta pensando a un decreto legge, anche se la materia elettorale non è di quelle che più si prestano a essere trattate per decreto. In questo caso, si presenta poi l'aggravante di un testo tutt'altro che bipartisan vista la netta contrarietà di Pd e Idv.

Ipotesi election day. È ormai praticamente tramontata ma se non lo fosse avrebbe chance fino a domani. Sta per scattare infatti la tagliola dei cinquanta giorni precedenti il voto entro i quali serve la pubblicazione del decreto per l'indizione dei comizi. I referendari – che continuano a perorare questa causa – sostengono però che, anche quando si sforasse questo limite di tempo, si potrebbe procedere ancora con una leggina che sposti più avanti il termine.

Ipotesi 14 giugno. Pur rientrando nella duplice offerta del Pdl all'opposizione, questa strada ha pochissime possibilità di concretizzarsi. Comporterebbe infatti una tripletta elettorale difficilmente comprensibile dai cittadini che dovrebbero andare a votare tre domeniche di fila. Implicherebbe inoltre il maggior dispendio di denaro pubblico. Il Governo avrebbe tempo fino al 25 aprile per indire i comizi elettorali.

16 aprile 2009
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