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Etilometri nei locali in attesa di istruzioni

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Giovedí 11 Settembre 2008

L'obbligo per discoteche, pub e night di esposizione al pubblico delle tabelle con gli effetti dell'alcol, al via dal 23 settembre (si veda «Il Sole 24 Ore» del 9 settembre) chiude il cerchio delle politiche di prevenzione in materia contenute nel decreto Bianchi (117/2007).
Salutato con qualche perplessità dalle associazioni di categoria, il regolamento ministeriale del 30 luglio si abbina alla norma che prevede la disponibilità dell'etilometro nei locali di intrattenimento, utilizzabile volontariamente dalla clientela al termine della serata. Una misura a efficacia immediata, entrata in vigore nell'agosto 2007, ma che a distanza di 13 mesi sembra rimasta poco più che lettera morta.

«I locali aderenti al nostro sindacato – dicono alla Silb-Fipe di Confcommercio – si sono immediatamente adeguati al l'obbligo di mettere a disposizione un apparecchio misuratore del tasso alcolimetrico, ma non si può dire che siano molti gli avventori che richiedono questo servizio».

Il problema è che nè la legge nè i successivi regolamenti hanno disciplinato l'uso degli etilometri privati, fissando standard comuni di affidabilità e attendibilità, a differenza di quanto avviene per gli apparecchi in uso alle forze di polizia.

Anche perchè l'unico laboratorio abilitato per le «visite primitive» degli etilometri – in sostanza le omologazioni – e poi alle successive visite periodiche, è al Centro superiore ricerche autoveicoli e dispositivi della Motorizzazione, un ufficio già oberato di lavoro e di certo non in grado di sobbarcarsi altre migliaia di apparecchiature private.

Il problema di fondo, secondo Fiepet Confesercenti, resta comunque l'equivoco creato dal decreto Bianchi sulla prevenzione. «Noi non possiamo sobbarcarci compiti che sono dello Stato – dice Tullio Galli –. La prevenzione vera si fa con i controlli di polizia in strada».

Giovedí 11 Settembre 2008
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