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Locali a rischio chiusura senza i poster anti-alcol

di Angela Manganaro

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Martedí 23 Settembre 2008

Se non vogliono rischiare la chiusura da sette a 30 giorni, pub e discoteche devono esporre «all'entrata, all'interno e all'uscita» i poster sulla quantità di alcol che i clienti possono bere prima di mettersi alla guida. Il termine per piazzare le due tabelle ed evitare così la sanzione scade oggi, in base al decreto ministeriale del 30 luglio (pubblicato in «Gazzetta» l'8 settembre) che attua il Dl Bianchi 117/2007. L'obbligo riguarda solo locali «che fanno intrattenimento». Quindi vi rientrano teatri e multisale, restano esclusi semplici bar e ristoranti, sottolinea la Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe-Confcommercio).

Le associazioni di proprietari di locali hanno chiesto invano una proroga. Adesso obiettano: le cose sono state fatte in fretta. E sottolineano tutte le "stranezze" delle due tabelle: la prima con il tipo di bevanda e il contenitore (bicchiere, lattina o bottiglia); la seconda con la quantità tollerabile a seconda di sesso, peso, stomaco pieno o vuoto. Hanno ricevuto una e-mail del ministero del Welfare che annuncia una correzione in extremis. I tecnici hanno infatti inviato una rettifica alla «Gazzetta Ufficiale»: per la combinazione «uomini 90 chili-birra analcolica-stomaco vuoto» il livello massimo di alcol nel sangue non è più 0,02 ma 0,01. «L'ultima di una serie di sbavature», commenta Edi Sommariva, direttore generale della Fipe-Confcommercio. «Un provvedimento di una superficialità imperdonabile: noi abbiamo consigliato ai nostri associati di stampare ed esporre la Gazzetta Ufficiale. Il problema – continua – è che non si aiuta a connettere le due tabelle. Come fa il cliente a sapere quanto alcol c'è in un cocktail? Poi: il decreto indica il bicchiere di vino da 125 cc mentre sul mercato esiste quello da 100 cc. Altro esempio: si prende a riferimento la birra da 330 cc che è quella del supermercato mentre nei locali ci sono bicchieri più piccoli o più grandi (da 0,20 o 0,40)».

Si contesta insomma una delle premesse del decreto in cui si definiscono le tabelle «strumenti di semplice e sicuro orientamento del cittadino». Sarà così? Certo è che non si lascia tutto all'attenzione degli avventori. Nell'allegato 3 si legge che i gestori non hanno solo l'obbligo di rendere visibili e leggibili i poster informativi: dovranno sensibilizzare barman e camerieri a «una somministrazione responsabile».

Martedí 23 Settembre 2008
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