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Sicuri al volante: il test del bicchiere

di Alessandro Galimberti e Angela Manganaro

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Lunedí 06 Ottobre 2008

Quanto «pesa» una birra sull'etilometro? E quanto si rischia a mettersi al volante dopo una cena con amici innaffiata da un buon rosso? E magari con il tocco finale di un digestivo? Per superare una galleria di leggende metropolitane fiorite sul tema, ma soprattutto per dare finalmente attuazione alle parti dimenticate del decreto Bianchi (117/2007), è stato pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» numero 210 dell'8 settembre il decreto 30 luglio 2008 con le «disposizioni urgenti per incrementare i livelli di sicurezza nella circolazione».

In realtà il testo, tra tutte le questioni rimaste inesplicate dopo l'emanazione delle norme Bianchi dello scorso anno, si occupa solo delle tabelle per la stima (è bene sottolinearlo: stima) delle quantità di bevande che portano oltre i limiti per la guida (e cioè 0,5 grammi per litro di sangue), oltre alla sintomatologia collegata ai vari stadi dell'ubriachezza.

Queste tabelle dovranno essere esposte dal 23 settembre prossimo in tutti i locali «dove si svolgono con qualsiasi modalità e in qualsiasi orario, spettacoli o altre forme di intrattenimento» e dove ovviamente siano venduti alcolici: in sostanza, pub, discoteche, bar con musica o spettacoli dal vivo, concerti ed eventi assimilabili.

E che non debba ridursi a un semplice adempimento formale lo spiega l'allegato 3 al decreto, dove si chiarisce che le modalità di esposizione, la grandezza dei caratteri, l'uso eventuale di immagini, devono garantite la piena visibilità e leggibilità delle tavole "etiliche".

Non solo: titolari e gestori di locali dovranno anche formare barman e camerieri, sensibilizzandoli per una «somministrazione responsabile» dell'alcol ai clienti, per aiutare alla comprensione delle tabelle e ancor prima per far capire ai clienti l'utilità di «adottare i comportamenti suggeriti».

Le tabelle approvate dal ministero della Salute, per quanto analitiche, sono comunque solo orientative trattando di «livelli teorici di alcolemia»: è infatti impossibile stabilire a priori le reazioni individuali all'alcol, che dipendono da molti fattori per la quasi totalità personalissimi, dallo stato di salute alla compresenza nel fisico di altre sostanze (farmaci o droghe in primis).

Quindi non è detto che un superalcolico di 60 gradi bevuto a stomaco pieno da un uomo di 80 chili "garantisca" un livello di due volte e mezzo inferiore al limite , ma ragionevolmente assicura un margine di sicurezza al primo posto di blocco.

Quanto agli effetti dell'alcol collegati ai vari stadi della "bevuta", le tabelle della commissione ministeriale aiutano a spiegare gran parte delle stragi stradali. In prossimità del limite si assiste a una «riduzione del coordinamento motorio e dei riflessi», e della vista periferica, ma una volta superati gli 0,5 grammi/litro cambia l'umore, sviluppando progressivamente rabbia, tristezza, confusione mentale, aggressività.

Salutato con qualche perplessità dalle associazioni di categoria che rappresentano gli esercenti, il nuovo regolamento ministeriale del 30 luglio si abbina alla norma che prevede la disponibilità dell'etilometro nei locali di intrattenimento, utilizzabile volontariamente dalla clientela al termine della serata.

Una misura a efficacia immediata, entrata in vigore nell'agosto 2007, ma che a distanza di 13 mesi sembra rimasta poco più che lettera morta. «I locali aderenti al nostro sindacato – dicono alla Silb-Fipe di Confcommercio – si sono immediatamente adeguati al l'obbligo di mettere a disposizione un apparecchio misuratore del tasso alcolimetrico, ma non si può dire che siano molti gli avventori che richiedono questo servizio».

Il problema è che nè la legge nè i successivi regolamenti hanno disciplinato l'uso degli etilometri privati, fissando standard comuni di affidabilità e attendibilità, a differenza di quanto avviene per gli apparecchi in uso alle forze di polizia. Anche perchè l'unico laboratorio abilitato per le «visite primitive» degli etilometri – in sostanza le omologazioni – e poi alle successive visite periodiche, è al Centro superiore ricerche autoveicoli e dispositivi della Motorizzazione, un ufficio già oberato di lavoro e di certo non in grado di sobbarcarsi altre migliaia di apparecchiature private.

Lunedí 06 Ottobre 2008
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